ASIA/AZERBAIGIAN - La piccola comunità cattolica rinasce in un paese ex comunista

sabato, 10 settembre 2005

Baku (Fides) - Ex repubblica dell’Unione Sovietica, adagiata sulle rive del Mar Caspio, l’Azerbaigian è un paese con 8,2 milioni di abitanti, all’84% musulmani, prevalentemente sciiti. I cristiani sono 350mila, perlopiù ortodossi, mentre la comunità cattolica è composta da 150 cittadini azeri e circa 120 stranieri.
La parrocchia di Baku è intitolata a Cristo Redentore, a Baku la chiesa fu abbattuta negli anni ’30 dal regime staliniano. L'ultimo sacerdote, Stefan Demurow, è scomparso in quello stesso periodo e probabilmente è morto in un lager della Siberia. Da allora, per circa 60 anni, nessun sacerdote cattolico ha potuto più mettere piede nella città.
A partire dal 1993, dopo la caduta del regime sovietico e l’indipendenza del paese, alcuni cattolici chiesero la presenza di un sacerdote a Baku. Nel 1997 un giovane sacerdote polacco, don Jerzy Pilus, arrivò a Baku. La prima comunità era formata da appena trenta persone. Con l'aiuto di seminaristi — che periodicamente giungevano da Varsavia, Copenaghen e Londra — riuscì a formare una ventina di catecumeni. Ai cattolici di Baku si aggiungono anche gli stranieri in città per ragioni di lavoro: diplomatici, personale delle compagnie petrolifere, consiglieri tecnici.
La “chiesa domestica” di Baku si trova oggi in una casetta dove alloggia la comunità dei Salesiani e dove vi sono anche alcune stanze per la catechesi e le attività pastorali e caritative.
La comunità cattolica è composta da circa 150 persone che vivono la fede in un contesto sociale in cui i danni causati dal sistema comunista sovietico si fanno sentire. Ma in questa terra, anche se oggi la percentuale di fedeli è minima, la presenza cristiana è molto antica e risale al I sec. d.C. Durante gli anni del regime sovietico, i fedeli ortodossi accolsero e sostennero i pochi cattolici: un’esperienza di “ecumenismo pratico” di straordinario valore. I rapporti tra cattolici e ortodossi anche oggi a Baku sono molto stretti. C'è una convivenza pacifica anche con l'islam che in Azerbaigian ha connotazioni moderate, ereditate dal “sufismo”.
(PA) (Agenzia Fides 10/9/2005 righe 27 parole 281)


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