Abuja (Agenzia Fides) – “C'è una grande insicurezza in tutto il Paese, ogni giorno vengono uccise persone, i banditi e i terroristi sembrano avere mano libera. Non sappiamo dove siano le forze di sicurezza”. E’ l’allarme lanciato dall’Arcivescovo metropolita emerito di Abuja, il Card. John Onaiyekan, in occasione della XIX Assemblea Plenaria del Simposio delle Conferenze Episcopali dell'Africa e del Madagascar (SECAM), conclusa il 31 luglio ad Accra, Ghana (vedi Agenzia Fides 1/8/2022).
“La situazione della sicurezza in Nigeria sta sfuggendo di mano. Nessuno è al sicuro, non solo i cristiani. È come se il governo avesse perso il controllo” ha dichiarato, sottolineando i livelli di insicurezza senza precedenti nella nazione più popolosa dell'Africa. Il Cardinale Onayekan ha affermato che cristiani e musulmani sono vittime di violenze perpetrate da “criminali che vanno in giro uccidendo illegalmente persone innocenti”.
Dal 2009, quando è emersa l'insurrezione di Boko Haram, uno dei più grandi gruppi islamisti in Africa, con l'obiettivo di trasformare il paese in uno stato islamico, la Nigeria vive continui attacchi terroristici indiscriminati su vari obiettivi, inclusi gruppi religiosi e politici, nonché civili. La situazione è stata ulteriormente complicata dal coinvolgimento dei pastori Fulani a maggioranza musulmana, indicati anche come Milizia Fulani, che si sono scontrati spesso con i contadini cristiani. “Stanno uccidendo più musulmani che cristiani, il che conferma che questa non è una guerra di musulmani contro cristiani. Molti musulmani stanno soffrendo tanto quanto stiamo soffrendo noi”, ha detto. “Quando un sacerdote viene ucciso, il mondo intero ne viene a conoscenza. Ma quando si tratta dell’assassinio di 50 abitanti di un villaggio dello stato di Katsina, nessuno sa nulla. Abbiamo la certezza che stiano morendo più musulmani che cristiani perché il centro delle violenze è negli stati settentrionali dominati dai musulmani”.
Il Cardinale ha proseguito dichiarando che non si può più andare avanti in questo modo e che “se il governo non interviene, allora c'è spazio aperto per tutti, siano essi Boko Haram o qualsiasi altro criminale. Non si tratta di cristiani e musulmani. È una questione di rispetto e difesa della vita umana”.
“Purtroppo – ha spiegato l’Arcivescovo - molti dei perpetratori hanno continuato a portare la bandiera dell'Islam. La mia risposta è che il cristiano deve rimanere fermamente cristiano e sapere come essere fedele alla propria religione. Quando si tratta di difendere se stessi, dobbiamo iniziare a lavorare su modi e mezzi per difenderci dai criminali. La nostra religione non dice che dobbiamo sederci e lasciarci uccidere. Abbiamo tutto il diritto di difenderci!”. Il Porporato ha concluso incoraggiando i cristiani a rimanere fedeli alla loro chiamata: “siate buoni cristiani ovunque vi troviate. Se sei cristiano e fai parte delle forze armate, fai il tuo buon lavoro per proteggere le persone”.
Il Paese è prossimo alle elezioni del presidente, vicepresidente, senatori e membri del parlamento previste tra febbraio e marzo 2023.
(AP) (Agenzia Fides 3/8/2022)