ASIA/PAKISTAN - Diritti delle minoranze: urge attuare il pronunciamento della Corte Suprema del 2014

lunedì, 20 giugno 2022 minoranze religiose   libertà religiosa   politica  

Lahore (Agenzia Fides) - “Il governo federale e quelli provinciali hanno attuato ben poche raccomandazioni del noto pronunciamento della Corte Suprema del 19 giugno 2014 sui diritti delle minoranze religiose. Questo accade a causa della mancanza di buon governo, dell'indifferenza nei confronti dei diritti umani e della situazione delle minoranze. E' urgente che i governi si adoperino per mettere in pratica la storica sentenza”: è quanto dice all'Agenzia Fides il leader cattolico Peter Jacob, direttore del "Center for Social Justice" (CSJ), organizzazione della società civile pakistana impegnata sul fronte della promozione dei diritti.
In una conferenza organizzata il 18 giugno a Lahore, Jacob ha notato: “Secondo quanto accertato dal CSJ, un collegio della Corte Suprema ha condotto 28 udienze di follow-up che hanno inviato ai governi federale e provinciali 80 ordinanze supplementari al fine di attuare gli ordini originari emessi nel 2014”.
I relatori della conferenza, organizzata dal CSJ nell'8° anniversario del pronunciamento della Corte sui diritti delle minoranze, si sono rammaricati per il fatto che l'attuazione sia stata in gran parte mancata. E hanno esortato il governo a rispettare le direttive emesse il 19 giugno 2014 dall'allora Presidente della Corte Suprema del Pakistan, Tassaduq Hussain Jillani. I relatori hanno inoltre sottolineato che la apposita Commissione creata dalla Corte suprema ha svolto un'opera lodevole e ha presentato 11 rapporti alla Corte, relazionando sulle attività e le sfide relative all'osservanza del verdetto.
Nasira Iqbal, giudice in pensione, ha dichiarato: “Sono passati otto anni dall'emanazione di quel pronunciamento e stiamo ancora aspettando la sua attuazione. È responsabilità del governo attuare gli ordini dei tribunali e affrontare gravi problemi che le minoranze incontrano in Pakistan. La sentenza sottolinea l'uguaglianza dei diritti per tutti i cittadini, indipendentemente dalla fede, pertanto il governo deve sviluppare programmi di studio inclusivi e tolleranti per tutti, come disposto dal tribunale”.
Saroop Ijaz, leader laico e attivista, ha affermato: “Le direttive della sentenza storica avevano il potenziale di compiere una riforma di ampia portata, per contribuire al progresso della libertà religiosa e alla costruzione di una società armoniosa. Ma i governi federale e provinciali non hanno colto l'opportunità per realizzare l'uguaglianza dei diritti e il rispetto della diversità etica e religiosa in Pakistan”. E ha osservato: “Questo può essere dovuto a una mancanza di capacità politica o alla mancanza di volontà istituzionale del governo".
Come ha ricordato l'avvocato Saqib Jillani, la Costituzione del Pakistan garantisce a tutti i cittadini, senza alcuna discriminazione, le libertà fondamentali come la libertà di professare la religione e di gestire le istituzioni religiose, e il diritto di uguaglianza per tutti i cittadini. Jillani ha sottolineato: "I governi federale e provinciale dovrebbero adempiere alle loro responsabilità costituzionali, affrontando le lacune nella governance e attuando le misure per promuovere e proteggere efficacemente i diritti delle minoranze".
Intervenendo alla conferenza, la cattolica Michelle Chaudhry, Presidente della "Cecil e Iris Chaudhry Foundation", ha notato: “La Commissione nazionale per le minoranze e la task force sulle minoranze, costituite attraverso notifiche e risoluzioni nel maggio 2020 e nel giugno 2022, sono state utili a rappresentare la piena osservanza dovuta alle disposizioni del tribunale, ma finora si è registrato un totale disinteresse verso i contenuti del verdetto emesso dalla Corte".
La Corte, in particolare, ordinava all'esecutivo del Pakistan di istituire un Consiglio nazionale per le minoranze; di sviluppare un curriculum di studi scolastici teso a creare pace e armonia nella società; di implementare la misura delle quote di lavoro riservate a membri delle minoranze; di attuare misure per contenere l'incitamento all'odio; di organizzare iniziative pubbliche per promuovere la tolleranza sociale e religiosa; di punire le violazioni dei diritti umani contro le minoranze religiose. Il CSJ, studiando e monitorando le lacune nell'attuazione degli ordini del tribunale, ha prodotto tre rapporti di valutazione, intitolati: "When Compliance Fails Justice", pubblicato nel 2016; "A Long Wait for Justice" nel 2019 e "Justice Yet Afar" nel 2021.
(AG-PA) (Agenzia Fides 20/6/2022)


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