EUROPA/ITALIA - Scalabrini: “L’immagine di un santo che ha saputo capire e soccorrere, può tenere viva la speranza nei migranti e nei rifugiati”

lunedì, 20 giugno 2022 emigrazione   rifugiati   istituti missionari   canonizzazione  

Roma (Agenzia Fides) - Indetta dalle Nazioni Unite, la Giornata mondiale del rifugiato viene celebrata il 20 giugno per commemorare l'approvazione, nel 1951, della Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati da parte dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Secondo l’Alto Commissariato Onu (UNHCR), quest’anno il numero dei rifugiati stimato sarà il più alto degli ultimi 50 anni: circa 100 milioni nel mondo. Le guerre, i 34 conflitti in corso nei vari continenti, i disastri ambientali, la fame, la tratta e lo sfruttamento stanno costringendo sempre più persone e interi nuclei familiari a lasciare la propria terra per chiedere protezione e asilo altrove.
Di fronte a questo fenomeno epocale, la politica degli stati non dimostra la stessa lungimiranza e concretezza del Beato Giovanni Battista Scalabrini (1839-1905), Vescovo di Piacenza, Fondatore dei Missionari e delle Missionarie di San Carlo Borromeo oltre che ispiratore delle Missionarie Secolari Scalabriniane, tutti accomunati dall’unica specifica missione della cura pastorale dei migranti. Monsignor Scalabrini è stato definito “Apostolo e Padre dei migranti” per il suo impegno a sostegno di chi dall’Italia partiva per le Americhe, in cerca di fortuna e di una vita migliore. I suoi figli spirituali continuano oggi questa missione a tutte le latitudini.
"Scalabrini è stato un modello per il mondo e lo è ancora oggi, in un mondo globale diviso da incomprensibili muri. La sua passione per i migranti è una chiave di interpretazione della contemporaneità che ha le sue basi nel messaggio di Cristo” hanno ribadito i Superiori dei tre Istituti scalabriniani in una lettera comune per il recente Anno Scalabriniano.
Il Santo Padre Francesco nell’udienza del 21 maggio al Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, Cardinale Marcello Semeraro, ha approvato il parere favorevole dei Cardinali e dei Vescovi per la canonizzazione del Beato Giovanni Battista Scalabrini. La data verrà decisa in un prossimo Concistoro.
“L’annuncio che Papa Francesco proclamerà santo Monsignor Scalabrini ci ha riempito di gioia – dice all’Agenzia Fides P. Leonir Chiarello, CS, Superiore generale dei Missionari di San Carlo, conosciuti come Scalabriniani -. Per noi, suoi missionari, il Fondatore è sempre stato un santo. Abbiamo incominciato a conoscerlo da giovani, quando leggevamo la sua biografia. Durante il noviziato abbiamo avuto più tempo per approfondire il suo pensiero e i suoi scritti. Ma soprattutto da missionari l’abbiamo conosciuto attraverso il lavoro sul campo, cercando di mettere in pratica le sue intuizioni, i principi di fondo su come essere a fianco dei migranti. Per questo, nella nostra esperienza, Scalabrini è sempre stato un santo”.

Quale significato attribuisce alla scelta del Papa?

“Con questo riconoscimento il Santo Padre addita alla Chiesa la figura di un Vescovo che ha saputo non solo dedicarsi completamente al suo ministero nella diocesi, ma anche guardare oltre, alle necessità di chi veniva strappato dalla propria terra per trovare un po’ di speranza altrove. La Chiesa ha già fatto propria, con Pio X, la preoccupazione di Scalabrini per i migranti, ma con questa canonizzazione il Santo Padre vuole accentuare ancora di più la rilevanza di questo assillo pastorale, su cui lui è intervenuto molte volte”.

Cosa si può attendere il popolo dei migranti da questa canonizzazione?

“Speriamo che la canonizzazione di Scalabrini faccia la differenza per i migranti e i rifugiati. Buttati sulle strade di un esodo, a volte scelto per mancanza di alternative, spesso forzato dalla violenza, come assistiamo drammaticamente ai nostri giorni, pensando in particolare ai rifugiati dall’Ucraina, hanno bisogno di tutto l’aiuto che possono trovare. E quando ci si trova nella disperazione, l’immagine di un santo che ha saputo capire e soccorrere può tener viva la speranza. Proclamando Scalabrini santo, il Papa dice ai migranti di rivolgersi a lui e confidare nella sua intercessione perché lui li sa capire ed essere vicino, come ha capito ed è stato vicino agli italiani che emigravano nell’800”.

La canonizzazione può dire qualcosa ai Capi delle nazioni?

“Il Papa manda un messaggio anche agli stati e alle comunità civili e politiche, soprattutto dei paesi più sviluppati economicamente, ma magari impoveriti in visioni ristrette e incapaci di accogliere l’altro, che viene visto più come una minaccia che come una risorsa. Proclamando santo Scalabrini, che intravedeva molti anni fa che la migrazione sarebbe stata una forza primaria nella trasformazione del mondo e poteva rendere il mondo la patria di tutti, il Papa vuole invitare a una maggiore accoglienza dei migranti, che non vogliono essere di peso ma di aiuto nella costruzione del futuro”.

E ai suoi figli spirituali?

“La canonizzazione fa la differenza anche per noi, missionari Scalabriniani, perché ci responsabilizza di più nel cercare di seguire la sua visione e soprattutto nell’ascoltare il suo cuore, nel cercare, come lui, di donarci completamente alla nostra missione e diventare compagni di coloro che sono altrove o in fuga”.
(SL) (Agenzia Fides 20/6/2022)


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