ASIA/PAKISTAN - Blasfemia, conversioni forzate, sistema educativo: i punti deboli per i diritti delle minoranze religiose

mercoledì, 23 febbraio 2022 libertà religiosa   minoranze religiose  

Lahore (Agenzia Fides) - "I diritti fondamentali delle minoranze religiose in Pakistan destano preoccupazione, come si vede nel campo della blasfemia, nelle conversioni religiose, nella attuazione delle norme sul lavoro, nel settore educativo": lo afferma un Rapporto del Centro per la giustizia sociale (CSJ), che compie una ricognizione della situazione sociale, politica e religiosa dei gruppi non musulmani nella società pakistana. Illustrando i punti chiave dello stato dei diritti nel 2021, il CSJ, guidata dal laico cattolico Peter Jacob, nel rapporto inviato all'Agenzia Fides si focalizza su quattro temi importanti per l'effettiva realizzazione della libertà di religione in Pakistan: l'abuso di leggi sulla blasfemia; l'aumento delle conversioni forzate: il censimento delle minoranze religiose; i problemi nella riforma del sistema educativo
Riguardo al primo punto, l'abuso della legge sulla blasfemia - nota il testo - è rimasto persistente nel 2021. Almeno 84 persone sono state accusate in base agli articoli del Codice penale pakistano che configurano la cosiddetta "legge sulla blasfemia". Tre persone sono state uccise in via extragiudiziale, e tra loro spicca il linciaggio del cittadino srilankese Priyanka Kumara a Sialkot. Tali dati, si osserva, si basano su casi riportati dai mass media, verificati dal Center for Social Justice. "Tuttavia, non si tratta di dati esaustivi a causa dei mezzi limitati, della frequenza degli incidenti, dunque il numero di vittime può essere notevolmente più alto" riporta il Centro.
Nel 2021 il numero più alto di casi è stato registrato a Sheikhupura (13) seguito da Lahore (11) e Kasur (10), tutti i distretti del Punjab settentrionale. L'incidenza dell'80% nel 2021 la detiene la Provincia del Punjab. Il maggior numero di vittime della blasfemia (45) è di fede musulmana, seguito dagli ahmadi (25) mentre sette casi si registrano verso gli indù e sette per la comunità cristiana. "Tuttavia va ricordato che le minoranze cristiane e indù costituiscono nel complesso il 3,5% della popolazione. E la presenza di abusi, minacce violenze lasciano gravi ripercussioni nella vita di tali comunità", nota il CSJ. L'organizzazione chiede al governo di approvare un provvedimento legislativo che preveda specifiche tutele contro l'abuso delle leggi sulla blasfemia e di perseguire gli autori di false accuse di blasfemia e o di omicidi extragiudiziali.
Il secondo punto in esame tocca l'incidenza dei casi di conversioni forzate. Sebbene il governo abbia istituito una “Commissione parlamentare" ad hoc, nel 2021 il numero di incidenti è aumentato fino ad almeno 78 casi denunciati (39 casi riguardano ragazze indù, 38 ragazze o donne cristiane e una sikh). Il numero più alto di casi (40) si segnala nella provincia del Sindh, seguito da 36 nel Punjab, mentre un caso per ciascuna provincia è stato segnalato nel Khyber Pakhtunkhwa e nel Belucistan.
Secondo CSJ, l'impennata è causata dalla impunità che aumenta la probabilità di reati contro le persone più deboli e vulnerabili. "Data la mancata azione da parte del governo, i perpetratori di tali atti utilizzano il pretesto di conversioni religiose per coprire crimini come il sequestro di ragazze delle minoranze religiose", rileva il CSJ.
Nel terzo punto del Rapporto inviato a Fides, si rimarca che l'ultimo censimento nazionale della popolazione condotto nel 2017 in Pakistan è diventato controverso prima che i risultati finali fossero annunciati nel 2021. Secondo i risultati del censimento, la popolazione delle minoranze religiose è scesa dal 3,73% nel 1998 al 3,52% nel 2017 (diminuzione dello 0,21% in 19 anni). Di fronte alla generale crescita demografica, il trend delle minoranze religiose si mostra sorprendentemente asimmetrico. La popolazione cristiana sarebbe diminuita dello 0,32%. IL CSJ esorta il governo a rinviare lo svolgimento e l'ufficializzazione del censimento popolare ad aprile 2023 per consentire un'adeguata preparazione, con una adeguata campagna di sensibilizzazione anticipata sulla necessaria registrazione. "Occorre rimuovere la 'cultura della segretezza' nell'elaborazione dei dati al fine di creare fiducia tra tutte le fasce della popolazione" si afferma.
Il quarto e ultimo punto, molto importante, riguarda il sistema educativo. Il governo ha introdotto nel 2021 un "Curriculum nazionale unico" per le classi dal 1° al 5° grado. "L'approccio educativo generale ha avvicinato l'istruzione pubblica all'istruzione religiosa delle madrase" si osserva, mentre "il contenuto dell'insegnamento è pesantemente carico di lezioni sulla religione Islamica che non contribuisce all'obiettivo della tolleranza religiosa e della coesione sociale", denuncia il CSJ.
I libri di testo delle scuole pubbliche - si afferma - violano l'articolo 22 della Costituzione del Pakistan che garantisce: “Nessuna persona che frequenta un istituto di istruzione è tenuta a ricevere istruzione religiose, o prendere parte a qualsiasi cerimonia religiosa, o assistere al culto religioso, se tale l'istruzione, la cerimonia o il culto si riferiscono a una religione diversa dalla sua”.
"Gli studenti delle minoranze religiose sono privati ​​dello studio della propria religione", e le osservazioni esposte su questo argomento restano pendenti presso la Corte Suprema del Pakistan, ricorda il Rapporto, che invita gli entri preposti e rispettare l'articolo 22 della Costituzione del Pakistan.
Il CSJ nota inoltre che il " Punjab Curriculum and Textbook Board Act", modificato nel 2020 ha confuso gli obiettivi di “educazione pubblica” con quelli di “educazione religiosa”. Inoltre, il Dipartimento per l'istruzione scolastica del Punjab ha annunciato l'assunzione di 70.000 insegnanti di religione islamica, quando c'è enorme carenza di insegnanti di matematica, scienze e scienze sociali.
(PA) (Agenzia Fides 23/2/2022)


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