AFRICA/SUDAN - Crisi del Nilo: “L’appello al dialogo di Papa Francesco è importante e va ascoltato” dice il Vescovo di El Obeid

sabato, 29 agosto 2020 papa francesco   dialogo  

Khartoum (Agenzia Fides) – “Credo fermamente che ci sia ora maggiore volontà politica e diplomatica per il dialogo che porterà ad alcune soluzioni concrete invece che al ricorso alla guerra” ha affermato Sua Ecc. Mons. Yunan Tombe Trille Kuku, Vescovo di El Obeid, e Presidente della Conferenza Episcopale cattolica del Sudan (SCBC), commentano l'appello al dialogo di Papa Francesco rivolto ai leader politici di Etiopia, Sudan ed Egitto. Il 15 agosto dopo l’Angelus per la Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria Papa Francesco ha detto. “Seguo con particolare attenzione la situazione delle difficili trattative sulla questione del Nilo tra Egitto, Etiopia e Sudan. Invito tutte le parti a continuare sulla via del dialogo, affinché il “Fiume Eterno” continui a essere una linfa di vita che unisce e non divide, che nutre sempre amicizia, prosperità, fratellanza e mai inimicizia, incomprensione o conflitto. Sia al dialogo, cari fratelli dell’Egitto, dell’Etiopia e del Sudan, sia il dialogo la vostra unica scelta, per il bene delle vostre care popolazioni e del mondo intero”.
“L'appello del Santo Padre Papa Francesco per il dialogo tra Egitto, Etiopia e Sudan sabato 15 agosto, esortandoli a non lasciare che la disputa sulla diga porti al conflitto è stata positivamente evidenziata e ripresa da alcuni quotidiani in il Khartoum Sudan” riferisce Mons. Tombe in una nota inviata ad AMECEA Online, l’organo di informazione dell’Associazione dei Membri delle Conferenze Episcopali nell’Africa Orientale.
Come è noto la questione delle ripartizione delle acque del Nilo si è riaccesa a seguito della costruzione in Etiopia della Grand Ethiopian Renaissance Dam (GERD) che, una volta a pieno regime, permetterà a quest’ultima di produrre 6.45 gigawatt di energia elettrica. Sudan e soprattutto Egitto temono però una forte riduzione della portata d’acqua nei rispettivi territori.
Mons. Tombe ricorda che gli abitanti delle tre nazioni lungo le rive del Nilo Azzurro hanno beneficiato del fiume attraverso “l'agricoltura, la pesca e il trasporto senza grandi conflitti. Seguendo i mass media e ascoltando le dichiarazioni politiche dei leader delle tre nazioni, tutti esprimono il loro ragionevole diritto all'utilizzo delle acque del fiume Nilo”. “Sia l'Egitto sia il Sudan hanno promosso il loro progresso socioeconomico costruendo alcune dighe nei loro territori. L’Etiopia pensa di agire allo stesso modo costruendo una diga nel proprio territorio” dice il Vescovo.
Monsignor Tombe pensa che occorre trasformare in politiche di buon vicinato le parole di Papa Francesco per risolvere le controversie legate all’utilizzo delle acque del Nilo: “L’'invito del Papa a tutte le parti coinvolte è quello di incoraggiare il cammino del dialogo affinché il fiume eterno continui ad essere fonte di vita per tutti i Paesi coinvolti diventando un fattore unificante invece che un elemento divisivo di inimicizia, incomprensione e conflitto”. "La sua posizione paterna e la sua preoccupazione sono così impressionanti per noi in Sudan ed è visto come un enorme incoraggiamento” conclude. (L.M.) (Agenzia Fides 29/8/2020)


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