AFRICA/CAMERUN - Il petrolio al centro della disputa territoriale tra Nigeria e Camerun che ha visto un’improvvisa fiammata di violenza negli ultimi giorni. La questione del petrolio nelle terre di missione nel dossier di Fides che sarà pubblicato domani

venerdì, 24 giugno 2005

Yaoundé (Agenzia Fides)- “Non ci si aspettava questa improvvisa fiammata di violenza, tanto più che le due parti sembravano decise a continuare la strada negoziale per risolvere la disputa territoriale” dice all’Agenzia Fides una fonte locale da Yaoundé, capitale del Camerun, dove il governo locale accusa l’esercito nigeriano di aver condotto “ripetuti attacchi contro le posizioni camerunesi” nella regione di Bakassi, zona ricca di petrolio e al centro di una disputa confinaria tra i due paesi.
Il governo del Camerun ha presentato una protesta alla Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel quale si afferma che gli attacchi sono avvenuti in diverse occasioni, il 5, 17, 18 e 21 giugno, provocando la morte di un militare del Camerun e diversi feriti. Il governo nigeriano in un primo momento ha negato gli incidenti, ma ora il Presidente Olusegun Obasanjo ha dichiarato di aver aperto un’inchiesta per approfondita.
“In effetti, non si conoscono ancora in modo preciso le dinamiche dei fatti” dicono le fonti di Fides che precisano: “un mese fa abbiamo visitato la regione ed era tutto tranquillo. Inoltre, il Presidente nigeriano, Olusegun Obasanjo, e quello camerunese, Paul Biya, hanno una buona intesa per cui questa infiammata di violenza lascia perplessi molti osservatori”.
La regione di Bakassi è una penisola di 1600km2, le cui risorse petrolifere sono ancora tutte da sfruttare, che si estende dal Lago Ciad al Golfo di Guinea lungo il confine tra Nigeria e Camerun. I due paesi si disputano il controllo della zona così come quella di una serie di altri piccoli territori lungo la frontiera comune. Dal 1994, queste dispute sono degenerate in diverse occasioni in scontri armati. Camerun e Nigeria hanno deciso di affidare alla Corte di Giustizia Internazionale la soluzione del contenzioso territoriale e nell’ottobre 2002 la Corte aveva attributo la sovranità su Bakassi al Camerun. Una commissione mista era stata incaricata dalle Nazione Unite di delimitare con precisione la frontiera. In base alle decisioni della commissione, tra il 2003 e il 2004 i due paesi avevano proceduto a una serie di scambi di villaggi lungo la loro frontiera. Nel settembre 2004, però, il processo di normalizzazione si blocca di fronte alla sospensione del ritiro dei soldati nigeriani dalla regione.
L’11 maggio durante un incontro a Ginevra con il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, i Presidenti di Nigeria e Camerun si erano impegnati per accrescere gli sforzi per sbloccare la situazione e di concentrare la loro attenzione su due principali ostacoli, il ritiro delle truppe nigeriane e la demarcazione della frontiera marittima comune. Una nuova riunione della commissione mista per la delimitazione della frontiera che doveva tenersi il 15 giugno, è stata però rinviata sine die.
“La posta in gioco è il controllo del petrolio della penisola. È chiaro però che lo sfruttamento di questa risorsa necessità della collaborazione dei due paesi” dicono le fonti di Fides. “Questo è vero soprattutto per il Camerun che dovrà comunque utilizzare le acque territoriali della Nigeria per potere esportare il petrolio. In Nigeria inoltre esiste già una fiorante industria petrolifera ed è quindi più vantaggioso ricorrere alle strutture nigeriane per lavorare il petrolio di Bokassi che creare dal nulla un’industria petrolifere nella penisola”.
Il petrolio si conferma ancora una volta una delle principali poste i gioco anche nella geopolitica africana. Domani, sabato 25 giugno, l’Agenzia Fides pubblicherà un dossier sulla questione del petrolio nei paesi di missione. (L.M.) (Agenzia Fides 24/6/2005 righe 50 parole 590)


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