AMERICA/URUGUAY - Il dialogo ebraico-cristiano in America compie 60 anni

giovedì, 8 novembre 2018

Montevideo (Agenzia Fides) – Il cammino del dialogo ebraico-cristiano in Uruguay compie 60 anni. E’ un cammino sancito dal 60° anniversario di fondazione della Confraternita ebraico-cristiana dell'Uruguay (CJCU), la prima fondata nel continente latinoamericano, che oggi ribadisce il suo impegno “per la costruzione di società migliori in paesi polarizzati”. Lo spiega all'Agenzia Fides il rabbino Daniel Dolinsky, co-presidente della CJCU, insieme al Pastore luterano Jerónimo Granados, e al Vescovo cattolico di San José de Mayo, Mons. Arturo Fajardo.
Il rabbino Dolinsky rimarca la maturità raggiunta: “Oggi si fanno progetti, c'è un interscambio di esperienze e ci si potenzia reciprocamente. Puntiamo a far sì che le confraternite latinoamericane siano strumenti di costruzione di solidarietà e cittadinanza, e non solo di fraternità tra noi”. Questa è una necessità, "in società molto polarizzate, nelle quali lo spazio per i moderati è sempre più stretto e dove l'estremismo si consolida”. L'Uruguay è un paese dove la “laicità esacerbata combatte ideologicamente la religione”, ed è divenuta, secondo Dolinsky, “una religione di Stato che vuole relegare la manifestazione della fede alla sfera privata”. Questa è un'altra sfida della CJCU: “Elevare la spiritualità e il peso specifico delle religioni nella società, promuovendo un dialogo tra credenti”.
Il Pastore Granados illustra due grandi momenti di maturazione del dialogo giudaico-cristiano: "Nel 1948, subito dopo l'olocausto e la Seconda Guerra Mondiale, ebrei e cristiani si riunirono qui per capire quello che era successo , e la convivenza fa un salto di qualità. Nel 2009 si riesaminano i punti redatti nel '48, e si completa la visione”. In America Latina, la prima CJC nasce a Montevideo, dove vive una numerosa comunità ebraica, nel 1958, per opera del rabbino Fritz Winter, di don Justo Asiaín e del pastore Emilio Castro, poco prima del Concilio Vaticano II. “La CJCU oggi - rileva - mantiene la missione del dialogo costante, della riparazione e prevenzione dei pregiudizi, di tendere ponti di comunicazione", senza influenze ideologiche e politiche. Vi appartengono ebrei, cattolici e protestanti.
Secondo Mons. Fajardo, il dialogo tra fedi “contribuisce alla pace ed è un deterrente per i fondamentalismi”. "C'é ancora molto da fare – conclude il Vescovo – per entusiasmare i giovani e altre persone al dialogo”. (SM) (Agenzia Fides 8.11.2018)


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