VATICANO - Chi è il sacerdote per Giovanni Paolo II ?

venerdì, 8 aprile 2005

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Dalla Esortazione apostolica “Pastores dabo vobis” (11): “La retta e approfondita conoscenza della natura e della missione del sacerdozio ministeriale è la via da seguire, e il Sinodo di fatto l'ha seguita, per uscire dalla crisi sull'identità del sacerdote: « Questa crisi — dicevo nel Discorso al termine del Sinodo — era nata negli anni immediatamente successivi al Concilio. Si fondava su un'errata comprensione, talvolta persino volutamente tendenziosa, della dottrina del magistero conciliare. Qui indubbiamente sta una delle cause del gran numero di perdite subite allora dalla Chiesa, perdite che hanno gravemente colpito il servizio pastorale e le vocazioni al sacerdozio, in particolare le vocazioni missionarie. È come se il Sinodo del 1990, riscoprendo, attraverso tanti interventi che abbiamo ascoltato in quest'aula, tutta la profondità dell'identità sacerdotale, fosse venuto a infondere la speranza dopo queste perdite dolorose. Questi interventi hanno manifestato la coscienza del legame ontologico specifico che unisce il sacerdote a Cristo, Sommo Sacerdote e Buon Pastore. Questa identità sottende alla natura della formazione che deve essere impartita in vista del sacerdozio, e quindi lungo tutta la vita sacerdotale. Era questo lo scopo proprio del Sinodo ».(38)
Dalla Esortazione apostolica “Pastores dabo vobis” (12): “Il presbitero trova la verità piena della sua identità nell'essere una derivazione, una partecipazione specifica ed una continuazione di Cristo stesso, sommo e unico sacerdote della nuova ed eterna Alleanza: egli è un'immagine viva e trasparente di Cristo sacerdote.”
Dalla lettera ai Sacerdoti per il Giovedì Santo 2001: “È importante, in questa giornata per eccellenza dell'amore, che noi sentiamo la grazia del sacerdozio come una sovrabbondanza di misericordia. Misericordia è l'assoluta gratuità con cui Dio ci ha scelti: « Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi » (Gv 15, 16). Misericordia è la condiscendenza con cui ci chiama ad operare come suoi rappresentanti, pur sapendoci peccatori. Misericordia è il perdono che Egli mai ci rifiuta, come non lo rifiutò a Pietro dopo il rinnegamento. Vale anche per noi l'asserto secondo cui c'è « più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione » (Lc 15, 7). 7. Riscopriamo, dunque, la nostra vocazione come « mistero di misericordia ».” (Agenzia Fides 8/4/2005)


Condividi: