Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “Preghiamo e lavoriamo perché la Chiesa sia sempre più secondo il modello degli Atti degli Apostoli. Lasciamoci sospingere dalla forza del Vangelo e dello Spirito Santo; usciamo dai nostri recinti, emigriamo dai territori in cui a volte siamo tentati di chiuderci. Così saremo in grado di camminare e seminare oltre, più in là”. E’ la raccomandazione che il Santo Padre Francesco ha rivolto ai partecipanti alla Plenaria della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, ricevuti in udienza il 3 dicembre a fine mattinata.
Dopo il saluto del Prefetto del Dicastero Missionario, Card. Fernando Filoni, il Santo Padre ha ricordato nel suo discorso il primo viaggio apostolico in Africa, appena concluso, “dove ho toccato con mano il dinamismo spirituale e pastorale di tante giovani Chiese di quel Continente – ha detto - , come pure le gravi difficoltà in cui vive buona parte della popolazione. Ho potuto constatare che, laddove ci sono necessità, c’è quasi sempre una presenza della Chiesa pronta a curare le ferite dei più bisognosi, nei quali riconosce il corpo piagato e crocifisso del Signore Gesù. Quante opere di carità, di promozione umana! Quanti anonimi buoni samaritani lavorano ogni giorno nelle missioni!”
L’Assemblea Plenaria del Dicastero Missionario ha ispirato i suoi lavori al 50° anniversario del Decreto conciliare Ad gentes e al 25° dell’enciclica Redemptoris missio, e, riferendosi a tali documenti, il Papa ha ribadito che “la missione non risponde in primo luogo ad iniziative umane; protagonista è lo Spirito Santo, suo è il progetto. E la Chiesa è serva della missione. Non è la Chiesa che fa la missione, ma è la missione che fa la Chiesa. Perciò, la missione non è lo strumento, ma il punto di partenza e il fine”.
Il mondo contemporaneo, “anche quando è accogliente verso i valori evangelici dell’amore, della giustizia, della pace e della sobrietà, non mostra uguale disponibilità verso la persona di Gesù: non lo ritiene né Messia, né Figlio di Dio” ha proseguito il Papa, che ha sottolineato: “In questa situazione di scollamento, la missio ad gentes funge da motore e da orizzonte della fede… La missione, infatti, è una forza capace di trasformare la Chiesa al proprio interno prima ancora che la vita dei popoli e delle culture”.
Citando ad esempio Paolo e Barnaba, che “non avevano il Dicastero missionario alle spalle. Eppure, hanno annunciato la Parola, hanno dato vita a diverse comunità e versato il sangue per il Vangelo”, Papa Francesco ha incoraggiato: “ ‘Andare’ è insito nel Battesimo, e i suoi confini sono quelli del mondo. Perciò continuate ad impegnarvi affinché lo spirito della missio ad gentes animi il cammino della Chiesa, ed essa sappia sempre ascoltare il grido dei poveri e dei lontani, incontrare tutti e annunciare la gioia del Vangelo”. (SL) (Agenzia Fides 4/12/2015)