AMERICA/COLOMBIA - “Una società civile emarginata e impoverita chiede giustizia” denunciano i Vescovi

sabato, 18 luglio 2015

Cali (Agenzia Fides) – “La regione colombiana del Pacifico continua ad attraversare un conflitto sociale profondo” scrivono preoccupati i Vescovi di Istmina-Tadó, Quibdó, Guapi, Tumaco, Buenaventura, Apartado e Cali in un loro messaggio intitolato “La pace è possibile, urgente, necessaria”.
Nel testo, pervenuto all’Agenzia Fides, descrivono la dura realtà di questa regione: “le necessità di base insoddisfatte, l'alto tasso di povertà economica, la crisi dei diritti umani”. “La mancanza di accesso alla salute, all'istruzione, ad un alloggio degno, ai servizi igienici di base, al lavoro e agli incentivi per lo sviluppo dei contadini e dei settori popolari, hanno configurato una società civile emarginata e impoverita, che chiede giustizia e di essere liberata da flagelli come lo spostamento forzato, il confinamento, la persecuzione nel proprio territorio, il narcotraffico, l’estrazione mineraria illegale e l'estorsione. Questo panorama di sofferenza è aggravato dalla presenza costante di gruppi armati che fanno del Pacifico uno scenario di guerra, nel quale gli abitanti sono vittime degli scontri armati e di costanti minacce".
Di fronte a questa situazione, i Vescovi richiamano: “la volontà di pace di tutti i settori deve essere ferma, autentica e perseverante”, quindi propongono alcuni impegni precisi. Al Governo nazionale raccomandano: “il dialogo deve continuare e non si deve cedere alle pressioni che suggeriscono la via militare come unica soluzione al conflitto armato. E’ assolutamente importante superare il conflitto armato risolvendo il conflitto sociale”. Quindi “la società civile colombiana deve fare una decisa opzione per la pace. Nessun argomento deve giustificare la guerra come cammino normale per un popolo”. Si rivolgono quindi alle FARC e all’ELN: “Come Pastori della Chiesa, invitiamo le FARC a fermare realmente la strategia di incremento delle azioni violente… l’ELN inizi quanto prima il processo di negoziati con il Governo nazionale allo scopo di rendere concreta la volontà di pace che hanno manifestato”.
Il messaggio si conclude ribadendo che la Chiesa di questa regione “si impegna a continuare ad annunciare il Dio della vita”, “a continuare ad accompagnare le nostre comunità, lavorando a difesa delle vittime, per la promozione e la difesa dei diritti umani, per il rispetto dell’ambiente”. (SL) (Agenzia Fides 18/07/2015)


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