ASIA/NEPAL - Condono del debito al Nepal: il Fondo monetario dice “no”

sabato, 27 giugno 2015

Kathmandu (Agenzia Fides) – La campagna “Jubilee Network”, che unisce 75 organizzazioni e 400 comunità religiose in tutto il mondo, ha chiesto al Fondo Monetario Internazionale (FMI) di condonare parte del debito estero del Nepal, colpito dal terribile sisma dell’aprile scorso. Come appreso da Fides, il Fondo Monetario ha ufficialmente dato risposta negativa.
La proposta intendeva utilizzare lo speciale “fondo fiduciario” dell'FMI destinato ad aiutare i paesi poveri quando si trovano ad affrontare le calamità naturali. Attraverso quel fondo sono stati condonati in passato quasi 100 milioni di dollari del debito a nazioni dell'Africa occidentale colpite dal virus ebola.
“Il diniego del FMI è una è una notizia preoccupante per il paese", ha detto all’Agenzia Fides Eric LeCompte, direttore esecutivo della rete “Jubilee Network”. Il Nepal è uno dei 38 paesi a basso reddito che possono beneficiare degli aiuti del nuovo fondo. Per poter beneficiare di tale sostegno dopo un disastro naturale, un paese beneficiario deve soddisfare determinati criteri: il disastro deve colpire almeno un terzo della popolazione del paese e causare un danno produttivo grave all'economia del Paese. Secondo il FMI, il Nepal, dopo il sisma, soddisfala la prima condizione ma non la seconda, anche se le stime parlano di 5-10 miliardi di dollari di danni, circa un terzo del totale dell'economia del paese.
Eric LeCompte rimarca che il fondo speciale “è stato creato per situazioni proprio come queste”, ricordando che FMI, la Banca Mondiale e Banca dello Sviluppo asiatico detengono circa tre miliardi di dollari del debito estero del Nepal. Il condono di parte del debito permetterebbe di destinare un flusso maggiore di risorse alla ricostruzione e alla ripresa post sisma.
“Jubilee USA Network” è un'alleanza di oltre 75 organizzazioni e di 400 comunità religiose che lavorano con 50 partner mondiali, impegnata a costruire un'economia che tutela e promuove la partecipazione dei più vulnerabili. (PA) (Agenzia Fides 27/6/2015)


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