ASIA/NEPAL - Le donne continuano a vivere discriminate, nonostante i trattati internazionali firmati

sabato, 11 aprile 2015

Katmandu (Agenzia Fides) – Circa 23 milioni di nepalesi, l’85% della popolazione, vive nelle zone rurali e, di questi, 7,4 milioni sono donne in età riproduttiva. Molte non hanno ricevuto alcuna istruzione: il tasso di alfabetizzazione femminile è infatti del 57,4% rispetto a quello maschile, del 75%. Nonostante il Nepal abbia firmato diversi trattati internazionali a favore della parità di genere, molte delle promesse sono rimaste inattuate. Una di queste è la Convenzione sull’Eliminazione di ogni Forma di Discriminazione contro le Donne, ratificata nel 1991. In Nepal la violenza di genere è la causa principale di morte tra le donne nella fascia di età tra 19 e 44 anni, più di guerra, cancro e incidenti automobilistici. L’organizzazione Hackatón per la Violenza contro le Donne, nata a Katmandu nel 2013, segnala che il 22% delle donne tra 15 e 49 anni subiscono violenze fisiche almeno una volta, il 43% viene molestato sul luogo di lavoro e tra 5 e 12 mila sono vittime della tratta ogni anno. Circa il 75% di queste ultime hanno meno di 18 anni, e la maggior parte sono vendute per la prostituzione forzata.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il tasso di mortalità materna in Nepal è di 190 morti ogni 100 mila nati vivi. Solo il 15% delle donne hanno accesso ai centri sanitari. Sebbene i dati dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro indichino che il coinvolgimento delle donne nel settore occupazionale in Nepal sia superiore rispetto ai Paesi del sud dell’Asia, con l’80%, rispetto al 36% di Bangladesh, 27% di India, 32% dello Sri Lanka e 24% del Pakistan, rimangono pur sempre sottomesse ai lavori domestici oltre che a quelli istituzionali. (AP) (11/4/2015 Agenzia Fides)


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