ASIA/PAKISTAN - Comitato anti-terrorismo: mancano rappresentanti delle minoranze religiose

lunedì, 29 dicembre 2014

Islamabad (Agenzia Fides) – Le minoranze religiose sono prese di mira da gruppi terroristi ma non c’è nemmeno un membro delle comunità religiose di minoranza (cristiano o indù) nel Comitato formato dal Primo ministro per mettere in atto il Paino di azione nazionale contro il terrorismo: è quanto notano i leader cristiani e indù dopo che il Comitato, presieduto dal Primo Ministro Nawaz Sharif, ha tenuto la sua prima riunione a Islamabad.
I leader delle minoranze religiose ricordano, in un nota inviata a Fides, che “attacchi contro le minoranze, conversioni forzate e attentati ai luoghi di culto sono pericolose minacce alla sicurezza interna”. Per questo notano con rammarico la mancata inclusione di rappresentanti delle comunità nel neonato Comitato.
Il Comitato, guidato dal Presidente del Consiglio e composto da diversi ministri e leader politici, curerà la messa in opera del Piano d'azione, definito “un dovere nazionale”. La parola d’ordine è “tolleranza zero verso il terrorismo”. Il Premier ha dato il compito al Procuratore generale di tenere consultazioni con i leader politici per apportare eventuali modifiche legislative e costituzionali necessarie per l’attuazione del piano. “Il Pakistan non sopravviverà se il terrorismo non sarà sradicato”, ha detto Sharif.
Il paese sta rispondendo in tal modo alla strage compiuta dai talebani pakistani a Peshawar in una scuola militare che ha fatto 148 morti, per la maggior parte bambini. Un'altra misura adottata è la reintroduzione della pena capitale per i terroristi in carcere: sono circa 500 le esecuzioni annunciate dopo la strage a Peshawar. La loro esecuzione era stata sospesa perché Islamabad, pur non avendo mai abolito formalmente la pena di morte dal Codice penale, aveva però adottato una moratoria a partire dal 2008. (PA) (Agenzia Fides 29/12/2014)


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