AFRICA/EGITTO - Respinte le false accuse contro il Monastero di Santa Caterina

lunedì, 31 marzo 2014

Il Cairo (Agenzia Fides) – In una articolata conferenza stampa svoltasi domenica 30 marzo al Cairo, alcuni rappresentanti del mondo politico e accademico egiziano hanno respinto le false accuse di infedeltà alla nazione egiziana e di collusione con entità straniere rivolte in tempi recenti contro i monaci di Santa Caterina, il complesso nel Sinai conosciuto e apprezzato come uno dei più antichi monasteri cristiani del mondo.
Il principale artefice degli attacchi al Monastero è il generale in pensione Ahmed Ragai Attiya, che ha accusato i monaci di aver modificato la toponomastica dell'area, di aver nascosto i cosiddetti 12 ruscelli di Mosè (quelli che secondo tradizione dissetarono il popolo ebraico durante il suo Esodo verso la Terra Promessa), di essersi impossessati del 20 per cento della terra del Sinai meridionale, di aver issato sul Monastero in alcune ricorrenze speciali la bandiera greca e di aver trasformato il monastero in un'area occupata dalla Grecia e dall'Unione Europea. In margine a un precedente seminario organizzato al Cairo dal generale Attiya, era stata distribuita anche una pubblicazione che auspicava la creazione di un “Fronte per la difesa del Sinai meridionale” e descriveva i monaci greci come occupanti. Prendendo spunto da questi attacchi, alcuni organi di stampa vicini ai salafiti hanno accusato il Monastero di connivenza con i servizi d'intelligence israeliana. E quindi di rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale.
Alla conferenza svoltasi ieri hanno preso parte, tra gli altri, il monaco di Santa Caterina Gregorios al-Sinawi, il giurista e ex parlamentare Ehab Ramzy, il consulente Rifat al Said e i rappresentanti di alcune tribù locali coinvolte nella sicurezza del Monastero. Tutti gli intervenuti hanno respinto le accuse anche sulla base dei documenti che definiscono lo status della comunità monastica e i suoi rapporti con la nazione egiziana. Alcuni relatori, nei loro interventi, hanno adombrato il tentativo di fomentare attraverso le menzogne l'ostilità popolare contro il Monastero, in un'area dove si concentrano gruppi islamisti armati.
L'area di proprietà del monastero include altri 71 giardini e siti monastici di minore entità. (GV) (Agenzia Fides 31/3/2014).


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