AMERICA/GUYANA - Per tre settimane l’alluvione più violento dell’ultimo secolo ha sconvolto una vasta zona della Guyana: migliaia di persone costrette ad abbandonare le loro case o rimaste isolate ormai non fanno notizia

mercoledì, 23 febbraio 2005

Georgetown (Agenzia Fides) - Un alluvione senza precedenti negli ultimi 100 anni ha colpito una vasta area della Guyana, provocando danni gravissimi e costringendo centinaia di migliaia di persone ad abbandonare le loro abitazioni. L’alluvione è iniziata il 17 gennaio scorso, ma nessun mezzo di comunicazione in occidente se ne è occupato, come sottolinea un comunicato dell’AIFO - Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau - inviato all’Agenzia Fides. Per oltre tre settimane intere città, villaggi, aree rurali sono stati coperti da 50-90 centimetri di acqua. Molte famiglie sono rimaste imprigionate nelle loro case per più di una settimana, senza alcuna assistenza e con gravi difficoltà di ordine igienico. Per oltre tre settimane la rete telefonica è stata fuori uso, isolando intere città ed impedendo la richiesta di soccorsi. La situazione sta lentamente migliorando, ma incombe il rischio di infezioni causate dal contatto con l’acqua sporca.
La dottoressa Geraldine Maison-Halls, consulente del Programma Nazionale di Riabilitazione su Base Comunitaria in Guyana sostenuto da AIFO, ha dovuto abbandonare per tre settimane la sua casa. Solo il 12 febbraio, una volta rientrata, Geraldine ha potuto inviare alla sede nazionale dell’AIFO un messaggio, informando che circa 300.000 persone dalle regioni di West Demerara, East Coast Demerara, Georgetown, East Bank Demerara e West Berbice sono state costrette a sfollare, e circa 150 famiglie del programma RBC sono direttamente coinvolte dal disastro. Geraldine ha riportato una drammatica testimonianza del redattore del giornale RBC, il signor Walcott, persona con disabilità, la cui attività economica a Georgetown, unica fonte di sostentamento per la sua famiglia, è stata irrimediabilmente distrutta. Centinaia di famiglie sono tuttora prive di assistenza ed esposte al rischio di contagio di malattie infettive. Particolarmente drammatica la situazione per le persone disabili, che non possono usufruire di alcun servizio. (S.L.) (Agenzia Fides 23/2/2005 - Righe 21; Parole 293)


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