ASIA - Vescovi dell’Asia: condanna per la violenza contro Buddha, più impegno contro le divisioni

lunedì, 8 luglio 2013

New Delhi (Agenzia Fides) – “I Vescovi dell’Asia condannano fermamente la violenza contro il tempio buddista di Bodh Gaya. Condannano anche la mentalità della divisione, della discriminazione e del comunitarismo che alimenta la violenza. Chiedono un serio impegno per l’armonia interreligiosa e per la giustizia soprattutto verso i poveri e verso le minoranze”: è quanto dice all’Agenzia Fides p. Nithiya Sagayam, Segretario esecutivo dell’Ufficio per lo Sviluppo Umano nella “Federazione delle Conferenze Episcopali dell’Asia” (FBAC), esprimendo la posizione della Federazione sull’attentato che la mattina di ieri, 7 luglio, ha colpito il complesso sacro del “Bodh Gaya”, nello stato indiano del Bihar. Si tratta del santuario buddista più importante del mondo, patrimonio mondiale dell’Unesco, dove si trova l’albero sotto il quale Siddharta avrebbe raggiunto l’illuminazione, nel VI sec. a. C. Secondo le prime indagini sull’attentato, che ha ferito due monaci, si segue la pista di una violenza di matrice islamica, che potrebbe essere collegata alle violenze che i musulmani stanno subendo in Myanmar da parte di estremisti buddisti.
P. Sagayam, che è anche direttore di “Udhayam”, un Centro per la pace avviato dai frati Cappuccini nello stato indiano di Tamil Nadu, ribadisce l’importanza di operare a livello locale: “Ogni Vescovo nella sua diocesi è chiamato a impegnarsi per la pace, la riconciliazione, l’armonia, la giustizia sociale. E’ determinante che quest’opera sia svolta nei diversi territori, nelle diverse diocesi, nelle tante nazioni asiatiche. Per costruire la pace, non si può agire dall’alto, ma di deve farlo dal basso, ognuno nella sua nazione, e in tal modo nell’intera Asia. L’Asia è un continente che ha bisogno della pace come presupposto per uno sviluppo umano autentico, rispettoso della dignità di ogni persona”. (PA) (Agenzia Fides 8/7/2013)


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