ASIA/SRI LANKA - Duemila persone ospitate nella casa provinciale dei Missionari Oblati di Maria Immacolata (OMI) a Colombo. “Noi Oblati saremo impegnati pienamente nel ricostruire queste zone, assistere i feriti e i colpiti. Sono le nostre priorità”

mercoledì, 29 dicembre 2004

Colombo (Agenzia Fides) - La “Casa De Mazenod”, la Casa provinciale dei Missionari Oblati di Maria Immacolata a Colombo, ospita circa 2000 persone rimaste senza casa a causa del maremoto che ha colpito lo Sri Lanka domenica scorsa. Le notizie giunte dai missionari nel paese asiatico alla casa generalizia degli Oblati di Maria Immacolata (omiworld) e inviate all’Agenzia Fides sono drammatiche. “Noi abbiamo bisogno - dice p. Oswald Firth, Assistente generale, che attualmente si trova nel paese - soprattutto di coperte, di medicine per curare gli ammalati e per prevenire la propagazione di malattie, dell’acqua potabile e dei libri per i bambini. A tale proposito, stiamo bussando alla porta delle organizzazioni di mutuo soccorso che conosciamo”.
Il messaggio di p. Firth prosegue: “I più vulnerabili tra le vittime sono state le donne e i bambini, incapaci di salire sulle costruzioni più elevate o di nuotare. Un treno intero con più di mille passeggeri è stato semplicemente spazzato e deragliato. Le rotaie apparivano come un mucchio di rottami deformati. Gli autobus galleggiavano come dei giocattoli di plastica. Più di 200 stranieri sono stati trasportati dalla violenza delle onde. Altre persone che partecipavano alle celebrazioni della domenica nelle chiese della costa sono state risucchiate dal mare scatenato e sono scomparse. Nella storia dello Sri Lanka non abbiamo mai avuto un disastro naturale di tali dimensioni.”
Padre A. Jeevendra Paul, Superiore provinciale OMI a Jaffna, scrive: “Il terribile disastro che ha colpito Sri Lanka specialmente la costa settentrionale e orientale la mattina di domenica 26 dicembre rimane un incubo. Il numero dei morti è salito a diecimila unità solamente nella zona del Nord. La gente in queste aree costiere è stata colta completamente di sorpresa. E' stata una questione di pochi secondi. Famiglie intere, specialmente donne, bambini e anziani sono dispersi a centinaia. Migliaia sono feriti essendo stati raggiunti o sbalzati dalle onde. Gli ospedali sono strapieni di feriti e quasi tutta la popolazione delle aree costiere ha perso case e proprietà. Il peggio è il dramma della ricerca dei dispersi, l'identificazione dei morti e la cura dei bambini rimasti orfani.
Aree come Chakkoddai, Point-Pedro, Manalkadu, Chempeyampattu, Thalayady and Mullaithivu sono composte da villaggi di pescatori di predominanza cattolica. Ci sono anche villaggi hindu e musulmani nei distretti di Trinco e Batticaloa.
Le Suore della Santa famiglia e i sacerdoti residenti sulla costa sono miracolosamente salvi dal momento che erano in chiesa per la Messa domenicale. L'esercito dello Sri Lanka impegnato nella Security Zone è stato decimato, alcuni sono morti e molti soldati feriti. I volontari, specialmente i giovani di Jaffna, sono impegnati in prima linea nel dare aiuto e assistenza ai bisognosi. I sacerdoti OMI e gli Scolastici stanno facendo del loro meglio nella Penisola di Jaffna. La maggior parte della gente è volenterosa e condivide ciò che ha come cibo, vestiti, medicine. Naturalmente c'è carenza di medicine negli ospedali. Gli Oblati si sono uniti gli altri volontari nel trasportare beni e distribuire gli aiuti ai villaggi. Non avevo mai sentito o visto una catastrofe che ha avuto luogo in pochi minuti e ha preso vite innocenti della nostra gente, passata attraverso la durezza, le sofferenze e le perdite della passata guerra civile. Ciò che abbiamo salvato - molte vite e proprietà durante i due anni di cessate il fuoco - è stato portato via dal mare. L'esperienza è scioccante.... Certamente noi Oblati saremo impegnati pienamente nel ricostruire queste zone, assistere i feriti e i colpiti. Sono le nostre priorità." (S.L.) (Agenzia Fides 29/12/2004 - righe 40, parole 576)


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