AMERICA/EL SALVADOR - La tregua tra le bande è un’iniziativa positiva ma occorre fare di più

venerdì, 8 marzo 2013

San Salvador (Agenzia Fides) – La "tregua" tra le bande in El Salvador è definita come "positiva", perché ha salvato la vita di circa 2.000 persone. Lo ha riferito il ministro della Sicurezza David Munguia Payes a quasi un anno dall’avvio dell’iniziativa. Tuttavia, nonostante i risultati positivi di questo primo accordo, 2.110 persone sono state uccise nel paese dal marzo 2012 (dati pubblicati dalle agenzie di stampa e raccolte dalla polizia locale).
La "tregua", che ha avuto inizio il 9 marzo 2012 (vedi Fides 28/03/2012), "è un’iniziativa positiva in particolare per la riduzione degli omicidi", ha detto in conferenza stampa Munguia Payes. Nel 2011, gli omicidi sono stati 4371; nel 2012, con la "Tregua" si contavano 2376 omicidi (vale a dire, 1995 di meno). Il ministro ha difeso la "tregua", sottolineando che "è l'unica cosa che produce dei risultati nel combattere la violenza nel Paese".
In una nota inviata a Fides si ricorda che “la tregua riguarda i membri delle bande che non si devono uccidere a vicenda”, ma ciononostante le "maras" “sono ancora il principale fattore di violenza nel Paese", ha detto Munguia Payes.
La seconda fase della "tregua" che è dichiarare comuni privi di violenza, è diventata operativa nel mese di gennaio in quattro dei 262 comuni del paese. La "tregua" è una iniziativa dell’Ordinario militare, S. Ecc. Mons. Fabio Colindres e di un ex deputato del Fronte Farabundo Marti per la Liberazione Nazionale (FMLN) Raul Mijango, in accordo con il governo, che ha negato di aver negoziato con le bande. In questi giorni, in occasione del primo anniversario del patto, Mons. Colindres e Mijango hanno realizzato delle visite a diverse prigioni del paese, nelle quali sono imprigionati i capi delle bande che hanno accordato la tregua. (CE) (Agenzia Fides, 08/03/2013)


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