ASIA - Leader civili e religiosi uniti contro le armi nucleari

venerdì, 8 marzo 2013

Oslo (Agenzia Fides) – Di fronte ali pericoli di una escalation nucleare e alle provocazioni lanciate nei giorni scorsi da paesi come la Corea del Nord, leader religiosi e della società civile nel mondo levano un grido per fermare le armi atomiche e ricordano come monito “l'impatto umanitario delle armi nucleari”. Come riferisce una nota inviata a Fides, la “Campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari (ICAN) ha organizzato nei giorni scorsi ad Oslo un incontro che includeva numerosi leader religiosi, oltre 500 rappresentanti della società civile e 132 rappresentanti di governi, che hanno esaminato le “disastrose conseguenze delle armi nucleari”. Diplomatici, scienziati, attivisti presenti hanno rimarcato che la corsa all’energia nucleare, a scopo civile e militare, “ha devastanti effetti sulla salute dei popoli e sull'ambiente”.
Alla conferenza erano presenti i leader del “Consiglio Mondiale delle Chiese” che hanno richiamato i governi delle nazioni del mondo “ad agire con responsabilità”. Fra le voci presenti, il Cardinale nigeriano John Onaiyekan, Arcivescovo di Abuja, ha detto che “in un mondo civile le armi nucleari non possono trovare posto”. Posizione, questa, condivisa dal capo del Comitato Internazionale della Croce Rossa, Peter Maurer. Nel caso delle armi nucleari, la prevenzione e il divieto sono “l'unica strada percorribile”, ha aggiunto. Il Vescovo giapponese Mons. Laurence Yutaka Minabe, nato da genitori sopravvissuti a Hiroshima, ha raccontato la sua esperienza e come suo padre sia morto di cancro in seguito alle radiazioni.
Alcuni paesi in Africa e America Latina, che hanno espressamente rinunciato alle armi nucleare – ha concluso la conferenza – possono fornire “una leadership morale” agli sforzi internazionali per “liberare il mondo dalle armi nucleari e prevenire il disastro globale che il loro uso creerebbe”. (PA) (Agenzia Fide 8/3/2013)


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