AFRICA/EGITTO - Quote “copte”? No grazie. Non trova consensi la proposta di garantire seggi “riservati” ai cristiani nelle prossime elezioni

giovedì, 17 gennaio 2013

Il Cairo (Agenzia Fides) – La proposta di riservare quote ai copti nelle liste che entreranno in competizione nelle prossime elezioni parlamentari suscita reazioni negative in seno alle comunità cristiane in Egitto. L'idea era stata lanciata nei giorni scorsi dall'attivista per i diritti civili Naguib Gabriel, leader dell'Unione egiziana delle organizzazioni per i diritti umani (EUHRO), che l'aveva presentata come una misura necessaria per contrastare l'irrilevanza politica dei cristiani nell'Egitto governato dai Fratelli Musulmani. Decine di noti leader e militanti politici di fede copta hanno espresso la loro contrarietà alla proposta in una dichiarazione rilanciata dalla stampa egiziana. Tra i firmatari del comunicato figurano anche figure autorevoli, come l'ex ministro del turismo Mounir Fakhry Abdel-Nour e George Ishak, leader di Kifaya, il movimento d'opposizione al regime di Mubarak fondato nel 2004.
Nel loro intervento, i leader copti contrari alla proposta descrivono l'idea dei posti in lista garantiti come una rottura rispetto alla linea tradizionale seguita dai copti sul terreno politico."Noi - scrivono nel loro pronunciamento - ci rifiutiamo di dividere la nazione su base religiosa, attraverso ogni tipo di proposta legale”.
Contattato dall'Agenzia Fides, anche il Vescovo ausiliare di Alessandria dei copti cattolici, Botros Fahim Awad Hanna, esprime le proprie perplessità rispetto all'idea di garantire per statuto seggi o posti in lista ai cristiani: “Il principio stesso di riservare ai cristiani in quanto tali un trattamento politico particolare mi sembra fuori luogo. Si favorisce il disegno di dividere il Paese secondo categorie religiose, o morali, o di condizione, scegliendo i rappresentanti politici sulla base di queste divisioni. Io preferisco, per il bene di tutti, che a governare siano i più competenti, a qualsiasi confessione religiosa, sesso, età e status sociale appartengano. Il sistema delle quote” aggiunge Anba Botros “finisce per esasperare le spinte settarie e consacra la condizione di emarginazione dei gruppi minoritari. Siamo tutti cittadini egiziani. Abbiamo tutti gli stessi diritti e doveri, da esercitare nel contesto di un Paese che pur nelle differenze deve rimanere unito. (GV) (Agenzia Fides 17/1/2013).


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