ASIA/PAKISTAN - Concluso il processo per Rimsha: attesa per il verdetto

mercoledì, 14 novembre 2012

Islamabad (Agenzia Fides) – Il Pakistan attende con il fiato sospeso il verdetto finale nel caso di Rimsha Masih, la ragazza cristiana, disabile mentale, accusata di blasfemia e liberata su cauzione perché le prove a suo carico erano state fabbricate. L’Alta Corte di Islamabad ha tenuto oggi l’ultima udienza della fase dibattimentale, ricevendo un rapporto scritto con le argomentazioni conclusive delle due parti in causa. La difesa di Rimsha ha chiesto l’annullamento della denuncia (“First Information Report”) e dunque “la piena assoluzione perché il fatto non sussiste”, ribadendo che la ragazza è stata “incastrata” dall’imam Khalid Jadoon Chishti, già dichiarato colpevole sulla base di tre testimonianze. L’accusa ha asserito che il rapporto medico presentato sulla bambina (che ne dichiara la disabilità mentale) era falso e ha cercato di smontare le accuse a carico dell’imam Chishti, presentando una ritrattazione dei tre testimoni. Il giudice della Corte, Iqbal Hamid Khan, ha accolto le posizioni delle parti e si è riservato di decidere. Come conferma a Fides l’avvocato di Rimsha, il cattolico Tahir Naveed Chaudry, la sentenza è attesa a breve, nei prossimi giorni.
P. Emmanuel Yousaf, Presidente della “Commissione Giustizia e Pace” della Conferenza Episcopale del Pakistan, presente in tribunale, racconta a Fides: “La difesa di Rimsha ha presentato argomentazioni solide. Speriamo e preghiamo per la sua assoluzione. Siamo fiduciosi che questa tragica vicenda si concluda per il meglio e che possa essere di insegnamento per l’intera nazione, su come trattare i falsi casi di blasfemia”. (PA) (Agenzia Fides 14/11/2012)


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