AFRICA/MALI - Donne e bambini vittime principali delle violenze nel nord del paese

venerdì, 12 ottobre 2012

Bamako (Agenzia Fides) – La piaga delle donne vittime di violenze sessuali continua ad aggravarsi nella zona settentrionale del Mali. Sono prive di diritti umani, non possono lavorare, studiare nè avere accesso alle strutture sociali di base. Dallo scorso mese di gennaio il paese vive una guerriglia tra le forze del governo e i ribelli Tuareg; l’instabilità e lo stato di insicurezza risultato dai continui scontri, come pure il proliferare dei gruppi armati nella regione, la siccità e l’instabilità politica, hanno fatto fuggire circa 250 mila maliani verso i paesi vicini, 174 mila sono gli sfollati. Secondo l’assistente del Segretario Generale delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, i diritti civili e politici sono stati limitati da una interpretazione molto severa della legge coranica della sharia, e da sistematiche punizioni crudeli e disumane, che comprendono uccisioni, mutilazioni e lapidazioni. L’Ufficio dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani (OHCHR) ha informato che, nel nord del paese, i bambini non possono studiare perchè molti insegnanti sono fuggiti e le scuole sono state costrette a chiudere. Inoltre l’estrema povertà, la mancanza di lavoro e di istruzione, facilitano il reclutamento delle giovani vittime presso le forze armate dei gruppi islamici.
Per far valere i diritti umani delle donne e offrire loro qualche opportunità, è fondamentale adottare misure adeguate e promuovere la loro partecipazione alla vita pubblica. Esse potrebbero ricoprire un ruolo importante nel processo di costruzione della pace come pure per la prosperità del paese. Attualmente, secondo l’OHCHR, in queste zone le donne possono essere comprate per meno di 1000 dollari. A prendere atto della crisi umanitaria e della violazione dei diritti umani è anche il presidente del Comitato Internazionale della Croce Rossa che a breve si recherà in Mali per poi proseguire verso il Niger. I gruppi islamisti Ansar al Dine, il Movimento per l’Unità, la Yihad in Africa Occidentale, e Al Qaeda per il Magreb Islamico, da alcuni mesi hanno il controllo totale di tutto il nord del Mali, che rappresenta i due terzi del territorio nazionale. La maggioranza delle organizzazioni di aiuti che operavano in questa zona sono state costrette a ritirarsi per le minacce, solo la Croce Rossa è riuscita a mantenere in via del tutto straordinaria le sue attività, dalla sua base operativa in Niger. La divisione "de facto" del Mali, tra nord e sud, implica che le forze militari non possono entrare nella prima regione, dove l’organizzazione umanitaria presta assistenza a oltre mezzo milione di persone, la quarta parte dei suoi abitanti. (AP) (12/10/2012 Agenzia Fides)


Condividi: