ASIA/INDIA - La “Jihad dell’amore” per convertire ragazze cristiane e indù all’islam e al terrorismo

sabato, 21 luglio 2012

New Delhi (Agenzia Fides) – E’ allarme fra le comunità cristiane dell’India per il diffondersi di una “disegno diabolico”, definito “Jihad dell’amore”: secondo un piano ben orchestrato e finanziato anche dall’estero, giovani musulmani radicali, soprattutto in Indi occidentale, seducono e ingannano ragazze innocenti, indù e cristiane, per poi sposarle e utilizzarle in piani criminali e attività terroristiche nel paese. Il fenomeno, secondo la Chiesa indiana, ha riguardato negli ultimi anni oltre 2.800 ragazze ed è assurto all’attenzione delle autorità civili e religiose.
L'ultimo caso, come ricorda a Fides, il “Global Council of Indian Christians” riguarda una donna di Kochi, in Kerala, Deepa Cheriyan, 31 anni, che ha sposato un uomo musulmano e poi si è ritrovata ad essere complice di attività terroristiche. La ragazza è stata arrestata dalla polizia indiana per la fornitura di schede telefoniche (SIM) al militante Thadiyantavide Nazir, del gruppo terrorista “Laskar-e-Taiba”.
La pratica della “Jihad dell’amore”, venuta alla ribalta delle cronache, ha suscitato la preoccupazione della Chiesa cattolica: la Commissione per l'armonia sociale, nella Conferenza Episcopale del Kerala, riferisce in un comunicato che vi sono state 2.868 donne vittime della “jihad dell’amore” solo in Kerala, fa il 2006 e il 2009. La Chiesa ha chiesto alle famiglie di monitorare telefoni cellulari e computer di adolescenti e giovani, in modo da poter combattere questo fenomeno. I cristiani lanciano un appello “alla parte più sana della nostra società in India, a prescindere dalle proprie tradizioni religiose, inclusi i nostri amici musulmani, perché si combattano insieme queste forze perverse, che minano la pace e l’armonia tra i diversi gruppi religiosi in India”. Il Primo Ministro del Kerala, il cristiano Oomen Chandy, ha però invitato la popolazione a non generalizzare, ricordando la legittimità dei numerosi matrimoni interreligiosi celebrati con il consenso, e mettendo in guardia dal rischio di strumentalizzare tali casi criminali per colpire l’intera comunità musulmana. (PA) (Agenzia Fides 21/7/2012)


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