Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “Il terrorismo è tutt'altro che indebolito e dimostra di poter attaccare, distruggere e uccidere scegliendo i suoi obiettivi per trasmettere attraverso di loro i suoi messaggi, senza curarsi minimamente degli effetti collaterali. I bersagli sono ovviamente nell'ordine: Stati Uniti, Israele, Paesi occidentali, ma negli attentati di Ryad e Casablanca è stato prioritario l'intento di colpire i rispettivi governi arabi, colpevoli di connivenza con l'odiato Occidente, mentre a Hebron, Gerusalemme e Gaza è apparso puntualmente il terrorismo suicida che entra in azione tutte le volte che in Terrasanta si profila una qualche possibilità di negoziato tra le parti in conflitto.” A ripercorrere l’ultima serie di attentati terroristici sempre più sanguinari, è padre Pasquale Borgomeo, Direttore della Radio Vaticana, nel suo editoriale trasmesso dal canale One-O-Five fm.
Cosa fare? Prima di tutto smettere di parlare di guerra e parlare piuttosto di lotta al terrorismo, per ribadire che a questa sfida epocale la risposta deve essere multiforme e che quindi l'intervento militare contro Stati non è la sola e nemmeno la più efficace delle misure. Non esiste un solo terrorismo – sottolinea p. Borgomeo - ma ve ne sono diversi, tutti condannabili per i loro metodi, ma non tutti ispirati e mossi dalle stesse motivazioni. Di fronte a tali scenari bisogna potenziare l'efficienza dei metodi d'indagine; ridare il suo ruolo alla politica, una politica di grande collaborazione tra tutti i Paesi civili, senza unilateralismi, nel rispetto della legalità internazionale, nel nome di un interesse comune; rafforzare le Nazioni Unite, per salvaguardare la legalità internazionale e per evitare che la superpotenza diventi di fatto garante di un nuovo ordine internazionale fondato sulla forza. Indispensabile, decisiva per combattere il terrorismo è, infine, la lotta contro le ingiustizie, le inique disparità delle condizioni di vita che affliggono il pianeta, le discriminazioni, il razzismo, la violazione dei diritti umani: terreno di coltura ideale, tutto questo, di ogni terrorismo presente e futuro.(S.L.) (Agenzia Fides 22/5/2003 – Righe 24; Parole 331)