ASIA/MYANMAR - Addio alla pena capitale: a tutti i condannati a morte pena commutata in ergastolo

mercoledì, 4 gennaio 2012

Yangon (Agenzia Fides) – E’ una ulteriore svolta, quella annunciata dal governo del Myanmar, nell’ambito del nuovo provvedimento di amnistia che ha riguardato centinaia di prigionieri: accanto a sensibili riduzioni di pene per molti detenuti, a tutti i condannati a morte la pena è stata commutata in ergastolo, in quella che gli osservatori definiscono “una abolizione di fatto della pena capitale”. Se si pensa che ciò avviene in un paese dove la repressione violenta è stato uno strumento utilizzato in modo feroce per decenni, il provvedimento adottato dal Presidente Thein Sein è realmente significativo e “rappresenta una vera svolta per il pieno rispetto del diritto alla vita e dei diritti umani”, commenta all’Agenzia Fides Stefano Argentino, Coordinatore della Campagna per l’abolizione della pena di morte, per l’area Europa e Asia, nella Comunità di Sant’Egidio. “Si tratta di un provvedimento importantissimo, inatteso e sorprendente. Solo fino a pochi mesi fa – spiega Argentino – si pensava che la pena capitale fosse intoccabile in Myanmar. Questo è un segno di speranza che conferma l’avvio di un nuovo corso, in cui si affermi il pieno rispetto della dignità dell’uomo”.
In Myanmar, nonostante le continue condanne, la pena capitale non veniva applicata di fatto dal 1988. Ora la commutazione della pena in ergastolo costituisce, secondo gli osservatori, un passo concreto verso la piena e definitiva abolizione. “Paesi dove la violenza ha trionfato per anni, come Cambogia, Rwuanda, ora Myanmar, hanno deciso all’improvviso di abbandonare la pena capitale: questa è una forma di catarsi, che conferma lo scarso valore deterrente della pena”, conclude Argentino.
La Coalizione Mondiale per l’Abolizione della Pena di morte, di cui la Comunità di Sant’Egidio è parte, ha accolto con favore e con gioia l’annuncio del provvedimento, che va “nella giusta direzione, di rispetto di tutti i fondamentali diritti umani”. (PA) (Agenzia Fides 4/1/2012)


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