AFRICA/MADAGASCAR - La popolazione malgascia di Tolagnaro continua a morire di sete

sabato, 22 gennaio 2011

Fort Dauphin (Agenzia Fides) – La siccità è sempre stata causa di gravi periodi di carestia e di epidemie che hanno afflitto la popolazione di Fort Dauphin, o Tolagnaro in lingua malgascia. Secondo fonti missionarie locali, la popolazione della diocesi di Tolagnaro, situata nell'estremo sud del Madagascar, sta vivendo un periodo di grande difficoltà alimentare. Questa regione del Madagascar, che ha una superficie di 45 mila kmq, è la più povera, la meno sviluppata, la meno scolarizzata del paese, con infrastrutture scarse e in degrado, ormai abbandonata dal Governo. La popolazione di quasi un milione di abitanti, di cui l'11% cattolici, si occupa di allevamento del bestiame nelle zone più alte del nord, di agricoltura al sud e di pesca nelle zone costiere. Trattandosi di una zona rocciosa e sabbiosa, dove per la maggior parte dell'anno non piove, la vita è molto dura e, con il prolungarsi della stagione secca, diventa sempre più una lotta quotidiana per la sopravvivenza a causa della scarsità d'acqua.
Questa drammatica realtà è stata personalmente constatata dal Vescovo di Antananarivo, Mons. Odon M. Razanakolona, durante la sua ultima visita nella regione, dove ha incontrato spesso lunghe file di gente che camminavano per chilometri per prendere solo un pò d’acqua da un piccolo fiume. Secondo quanto raccontano i missionari locali, sono frequenti i casi in cui la gente lascia in gruppo le aree più remote e devastate dalla siccità e si dirige verso la città di Tolagnaro, perchè per loro "è meglio morire lì per la fame piuttosto che per la sete a casa loro". La situazione è resa ancora più grave dalle tradizioni ancestrali e dalle superstizioni ancora molto seguite: ad esempio la poligamia e i matrimoni forzati in età precoce sono molto comuni. O ancora, secondo una tradizione dell'etnia dei Tandroy, che domina nel distretto di Androy, quando muore un capofamiglia viene ucciso tutto il bestiame e vengono bruciate anche le case, costringendo gli altri membri delle famiglie a ricominciare tutto da zero.
Tuttavia, secondo il Vescovo, la fede seminata dai missionari Lazzaristi, primi evangelizzatori della regione, e fatta crescere durante gli ultimi 55 anni, con la creazione della diocesi, porta i suoi frutti e si rende viva in questa gente semplice. Inoltre la radio cattolica diocesana svolge la sua funzione di organo di comunicazione e di evangelizzazione. (AP) (22/1/2011 Agenzia Fides)


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