ASIA/PAKISTAN - “Tessera del profugo” fra caos, corruzione, clientelismo e privilegi

martedì, 12 ottobre 2010

Islamabad (Agenzia Fides) – Caos e corruzione stanno inficiando il progetto della “Watan Card”, la cosiddetta “tessera del profugo” assegnata dal governo agli sfollati: è quanto dicono all’Agenzia Fides Ong locali impegnate sul campo per l’assistenza umanitaria. Tramite una convenzione fra il governo e l’istituto di credito “United Bank Limited”, la tessera consente un prelievo in denaro di 20mila rupie che costituisce un contributo alle famiglie di sfollati per iniziare il lavoro di ricostruzione della propria casa o di bonifica della terra, in seguito alla tragedia delle alluvioni (vedi Fides 25/9/2010).
La distribuzione della tessera ha creato malumori: masse di sfollati nel Sud del Punjab e nel Sindh continuano a protestare per la scarsa trasparenza nell’assegnazione, accusando la “National Database Registration Authority” (Nadra), che cura il censimento e registra gli aventi diritto, di corruzione, clientelismo e nepotismo.
Le liste dei beneficiari della “Watan Card” includono persone decedute o attualmente in carcere: “Dato che costoro non potranno mai reclamarla, si sospetta che questo sia un escamotage per dirottare le tessere, mai ritirate, a parenti e amici”, notano alcune Ong locali, che hanno sollevato ufficialmente il problema della trasparenza. Inoltre “molti nomi presenti nelle liste appartengono a persone che non sono state colpite dalle alluvioni”, denuncia a Fides un altro operatore umanitario. I funzionari governativi e la polizia sono accusati, inoltre, di pretendere tangenti dai profughi ai quali consegnano la tessera: “Si tratta di terribili speculazione sulle pelle di chi non ha nulla”, nota la fonte di Fides.
I responsabili della Nadra hanno ammesso l’esistenza di ostacoli e difficoltà nell’identificare le persone aventi diritto e nella distribuzione delle tessere. In Punjab, ne sono state distribuite circa 15mila ma, ad esempio, in un’area identificata come “inondata”, vi erano alcuni villaggi colpiti e altri risparmiati dalle acque.
Mehdi Hasan, Presidente della “Human Rights Commission of Pakistan” (HRCP) – Ong con uffici in tutte le province – dichiara a Fides: “Data l’entità della massa di sfollati, si comprende che la distribuzione della tessera comporta molte difficoltà. Il fatto è che tutto il processo oggi viene sfruttato per fini politici, per ingraziarsi consenso elettorale, o per attaccare il governo. Abbiamo ricevuto diverse lamentele e abbiamo chiesto al governo di indagare. E’ anche possibile che si verifichino discriminazioni a danno delle minoranze religiose: molte proteste vengono dal Sindh, dove vivono consistenti comunità indù colpite dalle acque”.
Sulla condizione dei cristiani, Anila Gill, Segretario Esecutivo della Caritas Pakistan, spiega a Fides: “La tessera dev’essere destinata a tutti i profughi che si trovano in aree identificate, che siano musulmani, cristiani e indù. Ci stiamo occupando di capire quali sono tali aree, se vi sono cristiani aventi diritto, facilitando i loro rapporti con la Nadra”. (PA) (Agenzia Fides 12/10/2010)


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