Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “Il nostro mondo vive un momento difficile, segnato da numerosi conflitti, di cui voi siete testimoni attenti: ciò preoccupa molti uomini e invita i Responsabili delle Nazioni ad impegnarsi sempre più a favore della pace”. Lo ha affermato il Santo Padre Giovanni Paolo II nel discorso rivolto giovedì 15 maggio ai 12 nuovi Ambasciatori di Australia, Zimbabwe, Siria, Trinidad e Tobago, Etiopia, Lettonia, Isole Fiji, Burundi, Georgia, Vanuatu, Moldova e Pakistan.
Durante l’udienza nel Palazzo Apostolico Vaticano per la presentazione delle Lettere Credenziali, il Papa ha consegnato ad ogni Ambasciatore un suo messaggio, quindi nel discorso collettivo ha sottolineato l’urgenza che “la diplomazia riacquisti il suo spirito nobile”. “L’attenzione per persone e popoli e l’interesse per il dialogo, la fraternità e la solidarietà, sono la base dell’attività diplomatica e delle istituzioni internazionali incaricate di promuovere prima di tutto la pace, che è uno dei beni più preziosi”. Il Santo Padre ha quindi ricordato il Beato Giovanni XXIII, anche Lui diplomatico al servizio della Santa Sede, e l’attualità della sua Enciclica “Pacem in terris”: “La pace non può realizzarsi senza riguardo per le persone e i popoli; essa si costruisce quando tutti diventano collaboratori e protagonisti dell’edificazione della società nazionale.”
La comunità internazionale si è dotata di organismi e legislazioni specifiche per evitare la guerra e le sue catastrofiche conseguenze, inoltre – ha aggiunto il Papa - “le Nazioni Unite sono chiamate ad essere più che mai il fulcro delle decisioni riguardanti la ricostruzione dei Paesi e gli organismi umanitari sono invitati ad impegnarsi in modo rinnovato”. Ciò permetterà ai popoli coinvolti di farsi carico del loro destino, passando più rapidamente dalla paura alla speranza ed alla fiducia nell’avvenire. Infine il Papa ha lanciato un appello “a tutte le persone che professano una religione affinché il senso spirituale e religioso sia una fonte di unità e di pace, e non ponga mai gli uomini gli uni contro gli altri.”(S.L.) (Agenzia Fides 16/5/2003 – Righe 24; Parole 337)