VATICANO - “La sfida della nuova evangelizzazione interpella la Chiesa universale”

mercoledì, 30 giugno 2010

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – “Vi sono regioni del mondo che ancora attendono una prima evangelizzazione; altre che l’hanno ricevuta, ma necessitano di un lavoro più approfondito; altre ancora in cui il Vangelo ha messo da lungo tempo radici, dando luogo ad una vera tradizione cristiana, ma dove negli ultimi secoli – con dinamiche complesse – il processo di secolarizzazione ha prodotto una grave crisi del senso della fede cristiana e dell’appartenenza alla Chiesa”. Lo ha messo in evidenza il Santo Padre Benedetto XVI durante la Celebrazione dei Primi Vespri della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, che ha presieduto nella Basilica di San Paolo fuori le mura, il pomeriggio del 28 giugno.
“In questa prospettiva – ha proseguito il Santo Padre -, ho deciso di creare un nuovo Organismo, nella forma di ‘Pontificio Consiglio’, con il compito precipuo di promuovere una rinnovata evangelizzazione nei Paesi dove è già risuonato il primo annuncio della fede e sono presenti Chiese di antica fondazione, ma che stanno vivendo una progressiva secolarizzazione della società e una sorta di "eclissi del senso di Dio", che costituiscono una sfida a trovare mezzi adeguati per riproporre la perenne verità del Vangelo di Cristo. Cari fratelli e sorelle, la sfida della nuova evangelizzazione interpella la Chiesa universale, e ci chiede anche di proseguire con impegno la ricerca della piena unità tra i cristiani”.
Nella sua omelia Benedetto XVI si è soffermato in particolare sulla “vocazione missionaria della Chiesa”, ispirandosi all’Apostolo delle genti, ed ha richiamato il Magistero missionario dei suoi Predecessori. In particolare il Servo di Dio Giovanni Battista Montini, che scelse di portare il nome dell’Apostolo Paolo, convocò nel 1974 l’Assemblea del Sinodo dei Vescovi sul tema dell’Evangelizzazione nel mondo contemporaneo e pubblicò l’Esortazione apostolica Evangelii nuntiandi, ove si percepisce “tutta la particolare sensibilità missionaria di Paolo VI e, attraverso la sua voce, il grande anelito conciliare all’evangelizzazione del mondo contemporaneo”.
“Il Papa Giovanni Paolo II ha rappresentato ‘al vivo’ la natura missionaria della Chiesa, con i viaggi apostolici e con l’insistenza del suo Magistero sull’urgenza di una ‘nuova evangelizzazione’ – ha sottolineato Benedetto XVI -… E’ a tutti evidente che il mio Predecessore ha dato un impulso straordinario alla missione della Chiesa, non solo – ripeto – per le distanze da lui percorse, ma soprattutto per il genuino spirito missionario che lo animava e che ci ha lasciato in eredità all’alba del terzo millennio”.
Benedetto XVI ha quindi proseguito: “Raccogliendo questa eredità, ho potuto affermare, all’inizio del mio ministero petrino, che la Chiesa è giovane, aperta al futuro. E lo ripeto oggi, vicino al sepolcro di san Paolo: la Chiesa è nel mondo un’immensa forza rinnovatrice, non certo per le sue forze, ma per la forza del Vangelo, in cui soffia lo Spirito Santo di Dio, il Dio creatore e redentore del mondo. Le sfide dell’epoca attuale sono certamente al di sopra delle capacità umane: lo sono le sfide storiche e sociali, e a maggior ragione quelle spirituali… Anche l’uomo del terzo millennio desidera una vita autentica e piena, ha bisogno di verità, di libertà profonda, di amore gratuito. Anche nei deserti del mondo secolarizzato, l’anima dell’uomo ha sete di Dio, del Dio vivente. Per questo Giovanni Paolo II ha scritto: ‘La missione di Cristo redentore, affidata alla Chiesa, è ancora ben lontana dal suo compimento’, e ha aggiunto: ‘uno sguardo d’insieme all’umanità dimostra che tale missione è ancora agli inizi e che dobbiamo impegnarci con tutte le forze al suo servizio’ (Enc. Redemptoris missio, 1).” (SL) (Agenzia Fides 30/06/2010)


Condividi: