AFRICA/MADAGASCAR - Probabile incontro il 24 aprile in Sudafrica tra il Presidente dell’Alta Autorità di Transizione, Andry Rajoelina, e l’ex Presidente malgascio Marc Ravalomanana

sabato, 17 aprile 2010

Antananarivo (Agenzia Fides)- “La situazione è ancora confusa e si attendono nuovi sviluppi nei prossimi giorni” dice all’Agenzia Fides un redattore di Radio Don Bosco, la più importante radio cattolica del Madagascar. Come anticipato da Fides (vedi Fides 14/4/2010) si sta negoziando un incontro tra il Presidente dell’Alta Autorità di Transizione, Andry Rajoelina, e l’ex Presidente malgascio Marc Ravalomanana, che dovrebbe tenersi il 24 aprile in Sudafrica.
Un emissario del Presidente Sudafricano, Jacob Zuma, è stato ricevuto da Rajoelina, nei giorni scorsi in vista dell’incontro con Ravalomanana che si trova in esilio in Sudafrica. Il 14 aprile, in un discorso alla nazione, Rajoelina ha accettato un “nuovo percorso” per far uscire il Paese dalla crisi, attraverso la formazione di un governo di unione nazionale con la partecipazione dei movimenti che si rifanno rispettivamente a lui, a Ravalomanana e agli altri due ex Presidenti, Didier Ratsiraka e Albert Zafy.
Rajoelina sembra aver ceduto alle pressioni dell’esercito che aveva lanciato un ultimatum per far uscire al più presto il Paese dalla crisi (vedi 14/4/2010). La formazione di un governo di unità nazionale era prevista dagli accordi di Addis Abeba e Maputo, firmati dai 4 movimenti, ma non era stata messa in pratica per divergenze sulla sua composizione. Di fronte all’impasse Rajoelina aveva deciso di formare unilateralmente un governo che portasse il Paese alle elezioni. Questa decisione è stata duramente criticata dall’Unione Africana che ha imposto delle sanzioni nei confronti di Rajoelina e dei suoi collaboratori.
Il negoziato tra Rajoelina e Ravalomanana dovrebbe quindi rilanciare la formazione di un governo di unione nazionale, anche se il movimento di Rajoelina ha affermato che si punta a superare le intese di Maputo e di Addis Abeba. Questo potrebbe significare la riduzione dell’influenza dei movimenti di Ratsiraka e Zafy. “Escludere questi due movimenti potrebbe aggiungere confusione e dilatare i tempi per la formazione del nuovo governo. Un fatto che potrebbe convincere l’esercito a intervenire direttamente nella vita politica del Paese” dicono le fonti di Fides. “Le voci di un possibile colpo di Stato militare continuano a rincorrersi. In particolare, le dimissioni forzate del Ministro della Difesa, il generale Noel Rakotonandrasana sono legate, secondo l’interpretazione più diffusa, al suo coinvolgimento in un presunto golpe, poi sventato. Rakotonandrasana aveva minacciato di impedire il passaggio dei poteri con il Primo Ministro, che questo non è avvenuto. Rakotonandrasana è stato nominato Addetto Militare in Italia” conclude la fonte di Fides. (L.M.) (Agenzia Fides 17/4/2010)


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