AFRICA/NIGERIA - La Chiesa commemora le vittime degli scontri dello Stato di Plateau, alla presenza del Cardinale Turkson, in rappresentanza del Santo Padre

giovedì, 25 marzo 2010

Jos (Agenzia Fides)- Il 21 marzo è stata celebrata una Messa presso la St Fidelis Catholic Church, a Dogon Na Hawa (circa 20 km da Jos, capitale dello Stato di Plateau, Nigeria centrale) dove, secondo quanto riferisce a Fides Sua Eccellenza Mons. Ignatius A Kaigama, Arcivescovo di Jos, “allevatori Fulani hanno condotto una serie di attacchi mortali uccidendo donne e bambini, forse per reazione alla perdita del bestiame e per l’uccisione di loro parenti e amici in uno scontro precedente. Per i Fulani le mandrie hanno un valore superiore ad ogni altra cosa e possono commettere di tutto per vendicare la loro perdita” (vedi Fides 17/3/2010).
Il 19 marzo un’altra Messa di suffragio per le vittime dei massacri avvenuti in precedenza nello Stato di Plateau è stata officiata nella chiesa di St Jarlath a Bukuru (15 km da Jos). La Messa è stata presieduta da Sua Eminenza il Cardinale Peter Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace, alla presenza di un gran numero di sacerdoti, di laici e di rappresentanti delle istituzioni, tra cui il Vicegovernatore, Pauline Tallen.
Nel corso della Messa sono stati letti i messaggi di solidarietà di Papa Benedetto XVI, di Sua Eminenza il Cardinale Ivan Dias, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, del Cardinale Turkson e di diverse diocesi dell’Europa, dell’America e dell’ Africa.
Sono stati inoltre distribuiti gli aiuti alle vittime, le cui case e mezzi di sostentamento sono stati distrutti, grazie all’assistenza della CAFOD (Catholic British Agency for Overseas Development), del Catholic Relief Services, di Missio Aachen, delle diocesi della Nigeria e delle parrocchie di Jos. Dei 25.000 sfollati, oltre 5.000 sono cattolici, quasi tutti devono affrontare la mancanza di alloggi e le necessità immediate della vita. “Le due chiese cattoliche in Ubiel Chwelnyap sono ancora in rovina e devono essere ricostruite. I fedeli sono incoraggiati a rafforzare la preghiera in famiglia e cercare il volto di Dio che ha promesso di essere con la sua gente anche nei momenti di prova più difficili” dice a Fides l’Arcivescovo di Jos.
“La Messa è stata la risposta cristiana agli attacchi che hanno provocato centinaia di vittime uccise a sangue freddo, in una crisi che viene spesso classificata come “religiosa”, ma sappiamo che è provocata da un’insieme di fattori politici, economici, etnici e religiosi. Uomini, donne, bambini hanno espresso profonda compassione e solidarietà per le persone colpite. Sono state elevate preghiere per chiedere la fine del circolo della violenza, la pace in Terra, il riposo eterno delle anime dei defunti e l'armonia sociale tra cristiani e musulmani” conclude Mons. Kaigama. (L.M.) (Agenzia Fides 25/3/2010)


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