ASIA/SRI LANKA - “La Chiesa è preoccupata ma ha fiducia nelle autorità e nella giustizia”, dice a Fides il Presidente della Conferenza Episcopale

sabato, 13 febbraio 2010

Colombo (Agenzia Fides) – La Chiesa in Sri Lanka “agisce nel rispetto delle istituzioni, ha espresso la sua preoccupazione, confida nel sistema legale nazionale, senza rinunciare al suo ruolo profetico, annunciando i valori della pace e della giustizia”: è il commento rilasciato all’Agenzia Fides da S. Ecc. Mons. Vianney Fernando, Vescovo di Kandy e Presidente della Conferenza Episcopale dello Sri Lanka.
Il Vescovo è intervenie sulla situazione di tensione che si registra da alcuni giorni nel paese, dopo l’arresto del generale Sarath Fonseka, leader dell’opposizione, che nelle elezioni del 26 gennaio aveva ottenuto il 40% dei consensi, rispetto al 58% dell’attuale Presidente Mahinda Rajapaksa. Fonseka è stato arrestato con l’accusa di complotto ai danni dello stato: il sospetto è che volesse utilizzare una parte dell’esercito a lui fedele per sovvertire l’ordine costituito.
Mons. Fernando dice a Fides: “La situazione che viviamo non è così allarmante come dicono alcuni rapporti di stampa. Si tratta fondamentalmente del rispetto della legge e delle regole del gioco democratico, che tutti i cittadini sono tenuti a seguire. Crediamo che il Presidente sia stato eletto regolarmente e sia legittimato a governare. La maggioranza dei cittadini ha espresso il suo voto e, una volta verificata la regolarità dei procedimenti e la trasparenza del processo elettorale, tutti debbono accettare il verdetto delle elezioni”.
La tensione “è ormai sporadica e le proteste si sono generate soprattutto per il clamore e la maniera con cui Fonseka è stato tratto agli arresti: è stato un alto servitore dello stato per 40 anni, quindi tantopiù occorre tutelarne i diritti e la dignità. Confidiamo nella legge e nel sistema legale della nazione”, rimarca il Vescovo, mentre anche il Presidente Rajapaksa ha assicurato che Fonseka può ricorrere alla Corte Suprema contro il suo arresto e sono garantiti per lui tutti i diritti costituzionali.
Sulla presenza e sul ruolo della Chiesa e di tutti i cristiani in questo frangente, il Vescovo spiega a Fides: “La Chiesa continua a pregare e a svolgere il suo ruolo profetico. Alcuni Vescovi cattolici e protestanti, impegnati sul versante ecumenico, hanno diffuso un appello pubblico in cui sottolineano i loro timori ed esprimono i loro auspici”. “Da parte nostra, come Conferenza Episcopale – continua – abbiamo espresso al Presidente Rajapaksa la nostra preoccupazione, ribadendo l’urgenza di operare per la riconciliazione e l’unità della nazione, per il progresso, la pace e la prosperità di cui lo Sri Lanka, dopo anni dolorosi di guerra civile, ha tanto bisogno, nell’interesse e per il bene di tutti. Lo abbiamo detto già prima delle elezioni, lo abbiamo ribadito ora”.
“E’ essenziale, come Conferenza Episcopale, intrattenere buoni rapporti con le autorità democraticamente costituite, promuovendo a tutti i livelli i valori della pace e della giustizia”, rimarca.
La “giustizia” oggi significa soprattutto uno sguardo alla minoranza tamil: “La situazione degli sfollati interni non è ancora del tutto risolta: lo stato deve continuare a impegnarsi e la Caritas è coinvolta in prima linea per l’assistenza e la ricostruzione. Il primo bisogno di questa gente – conclude il Vescovo – è la pace, l’assenza di violenza e il ritorno a una vita normale, in cui siano garantiti dignità e benessere”. (PA) (Agenzia Fides 13/2/2010 righe 29 parole 298)


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