AMERICA/STATI UNITI - Un ponte di preghiera e solidarietà tra i ragazzi dell’Infanzia Missionaria degli Stati Uniti e 40 coetanei del Nepal, ospitati nell’ostello di una parrocchia per poter frequentare la scuola

giovedì, 10 dicembre 2009

New York (Agenzia Fides) – L’impegno per i bambini in situazione di necessità che vivono in Nepal e il sostegno alla Chiesa locale, che porta loro aiuto e speranza, sono al centro dell’attività di Avvento e Natale promossa quest’anno dalla Pontificia Opera dell’Infanzia Missionaria negli Stati Uniti d’America. “Mentre ci prepariamo a celebrare il Natale, non posso dimenticare i molti bambini che ho incontrato durante le mie visite alle missioni” afferma il Direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie negli Stati Uniti d’America, mons. John Kozar, in una sua comunicazione inviata all’Agenzia Fides. “Questi bambini fanno esperienza dell’amore di nostro Signore, unico Salvatore del mondo, attraverso il servizio di sacerdoti, religiose e catechisti laici” spiega mons. Kozar riferendosi in particolare ad una parrocchia del Nepal dove è stato allestito un ostello per circa 40 ragazzi che frequentano una scuola locale. Dal momento che essi vivono così lontano da ogni scuola – sarebbero necessari due giorni di viaggio in autobus e cinque giorni a piedi – questa è l’unica possibilità che hanno per avere un’educazione. All’ostello inoltre i ragazzi ricevono le attenzioni premurose delle suore.
La Newsletter inviata per l’Avvento a tutti i ragazzi dell’Infanzia Missionaria degli Stati Uniti, invita ad offrire amore e preghiere per questi ragazzi di Kathmandu, che sono così lontani geograficamente dagli Stati Uniti d’America, suggerendo anche il testo di una preghiera da recitare in questo periodo dell’anno liturgico, chiedendo a Dio di aiutarli nel loro impegno di annunciare la Buona Novella di Gesù, “in modo che il mondo intero sia illuminato dalla luce del suo amore”. “I ragazzi del nostro paese rispondono con entusiasmo, con preghiere e sacrifici, per aiutare i loro fratelli e sorelle nei paesi lontani – spiega mons. Kozar -. Sanno bene di essere missionari adesso, dove si trovano. La gnerosità della loro fede missionaria è un esempio anche per me”. (AR) (Agenzia Fides 10/12/2009)


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