AFRICA/MADAGASCAR - Nominato il Premier il cui nome è stato concordato tra i protagonisti della crisi politica; ma il premier uscente fa ricorso alla Corte Costituzione per bloccare la nomina

martedì, 13 ottobre 2009

Antananarivo (Agenzia Fides)- Il nuovo Primo Ministro “di consenso” del Madagascar, Eugène Mangalaza, è stato nominato con un decreto firmato dal Presidente dell’Alta Autorità di Transizione, Andry Rajoelina.
La nomina di Mangalaza a Premier era stata concordata il 6 ottobre dai movimenti dei “4 Presidenti”, firmatari delle intese di Maputo del 9 agosto (vedi Fides 8/10/2009). Le intese di Maputo, firmate dal Presidente dell’Alta Autorità di Transizione e dai 3 ex Presidenti malgasci, Marc Ravalomanana, Didier Ratsiraka e Albert Zafy, prevedono la formazione di un governo di transizione di unione nazionale, guidato da un Premier definito “di consenso” perché concordato tra i 4 firmatari.
Uno degli ostacoli all’attuazione dell’accordo di Maputo era il rifiuto del Premier nominato in precedenza da Rajoelina, Monja Roindefo, di dimettersi. Quest’ultimo non appare rassegnato a cedere il posto, infatti secondo quanto riferisce all’Agenzia Fides un redattore di Radio Don Bosco da Antananarivo, “Roindefo, ha presentato un ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto di nomina del nuovo Premier, chiedendone l’annullamento”.
Monja Roindefo è capo di un importante partito politico malgascio, il Monima, che è stato coinvolto indirettamente nell’accordo di Maputo, in quanto Roindefo faceva parte della coalizione che appoggiava Rajoelina. “Le intese per l’attuazione dell’accordo di Maputo dovrebbero essere firmate dai 4 leader politici entro il fine settimane. Ma è chiaro che occorre in qualche modo coinvolgere un quinto protagonista, il Premier uscente Roindefo, perché si creino le condizioni per riportare la stabilità politica nel Paese” dice la fonte di Fides.
Un altro ostacolo all’attuazione delle intese di Maputo deriva dall’atteggiamento dell’ex Presidente Marc Ravalomanana. In un primo momento, il suo movimento aveva affermato che non avrebbe firmato il protocollo di attuazione degli accordi se Rajeolina fosse rimasto Capo provvisorio dello Stato. In seguito il partito di Ravalomanana ha affermato di accettare che Rajoelina continui a rivestire la carica di Capo di Stato nel periodo di transizione, a patto che questi non si candidasse alle elezioni presidenziali del 2010. “L’atteggiamento del campo di Ravalomanana è stato criticato anche dal rappresentante dell’ONU, che sia pure usando termini diplomatici, ha ricordato con fermezza che gli accordi di Maputo stabiliscono che tutti i firmatari possono presentare la propria candidatura alle elezioni presidenziali. È la prima volta che un autorevole rappresentante della comunità internazionale prende una posizione così dura nei confronti di Ravalomanana, che finora aveva goduto di un certo supporto da parte dell’ONU, dell’Unione Africana e della Comunità di Sviluppo dell’Africa Australe (SADC). È probabile che e sue resistenze all’attuazione degli accordi di Maputo abbiano irritato i mediatori, al punto che se Ravalomanana dovesse opporre nuovi ostacoli all’attuazione delle intese, si troverebbe isolato” conclude la nostra fonte. (L.M.) (Agenzia Fides 13/10/2009)


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