VATICANO - “Ave Maria” a cura di mons. Luciano Alimandi - La potenza del Rosario

venerdì, 9 ottobre 2009

Città del Vaticano (Agenzia Fides) - Lo scorso 7 ottobre si è celebrata la memoria della Madonna del Rosario, una ricorrenza particolarmente amata da innumerevoli fedeli. La preghiera del Santo Rosario nutre la pietà mariana, aiuta a riconoscere quell’indissolubile legame che lega Gesù a Maria, dono straordinario di grazia per tutta l’umanità. Della mirabile unione tra la Madre e il Figlio di Dio, la Chiesa ha fatto esperienza fin dai suoi albori, e lungo i secoli ha contemplato e illuminato le sue abissali profondità. In questa luce di particolare bellezza si comprendono le parole di Paolo VI, Papa della “Marialis Cultus”: “se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere mariani, cioè dobbiamo riconoscere il rapporto essenziale, vitale, provvidenziale che unisce la Madonna a Gesù, e che apre a noi la via che a lui ci conduce” (Paolo VI, omelia al Santuario di Nostra Signora di Bonaria, 24 aprile 1970).
Il Rosario è proprio “via” di orazione che conduce dalla Madre al Figlio, anche se potrebbe sembrare una preghiera “povera” o, addirittura, “monotona”. In fondo, pure del respiro si potrebbe dire lo stesso: appare debole e ripetitivo, ma quanto è vitale!
La preghiera mariana per eccellenza sembra povera ma è ricca, apparentemente monotona, eppure non stanca mai. Chi la pratica con fede riceve una forza ed una serenità particolare, anche per affrontare i problemi quotidiani.
Il Rosario è una pratica di orazione così semplice che anche i più piccoli la possono imparare. Nelle famiglie e nelle comunità dove si recita il Rosario con i bambini, si sperimenta la particolare benevolenza di Gesù, testimoniata dal Vangelo: “lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso’. E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro. (Mc 10, 14-16). Dove pregano i bambini si rinnova l’effusione di questa benedizione, si manifesta la speciale predilezione del Signore per i piccoli e tutti ne traggono benefici.
Quante grazie hanno attirato sul popolo di Dio i tre pastorelli di Fatima, Francisco, Giacinta e Lucia! Essi ricevettero dal Cielo il mandato di recitare tanti rosari per la pace, ed il Portogallo venne, effettivamente, risparmiato dalla grande guerra.
Il Santo Padre Benedetto XVI, ricordando che il mese di ottobre è dedicato alla preghiera del Rosario ed all’impegno missionario, il 7 ottobre 2007 richiamò, tra l’altro, l’appello di Fatima: “l’immagine tradizionale della Madonna del Rosario raffigura Maria che con un braccio sostiene Gesù Bambino e con l'altro porge la corona a San Domenico. Questa significativa iconografia mostra che il Rosario è un mezzo donato dalla Vergine per contemplare Gesù e, meditandone la vita, amarlo e seguirlo sempre più fedelmente. È la consegna che la Madonna ha lasciato anche in diverse sue apparizioni. Penso, in particolare, a quella di Fatima avvenuta 90 anni fa. Ai tre pastorelli Lucia, Giacinta e Francesco, presentandosi come ‘la Madonna del Rosario’, raccomandò con insistenza di recitare il Rosario tutti i giorni, per ottenere la fine della guerra. Anche noi vogliamo accogliere la materna richiesta della Vergine, impegnandoci a recitare con fede la corona del Rosario per la pace nelle famiglie, nelle nazioni e nel mondo intero” (Benedetto XVI, Angelus del 7 ottobre 2007).
Il messaggio di Fatima mostra la speciale importanza che assume la recita del Rosario, a partire dai bambini. Confidando nell’invito del Signore, “lasciate che i bambini vengano a me” ed in quello di Nostra Signora di Fatima, le famiglie possono ricorrere alla preghiera del Rosario per riceverne grandi benefici. Quanta protezione hanno sperimentato le generazioni passate di credenti, grazie a questa preghiera diventata per tante famiglie pratica quotidiana! La Chiesa non si stanca di raccomandarne la recita - sia individuale che comunitaria -, specialmente alle “piccole chiese domestiche”, che sono, tra l’altro, il primo seminario di future vocazioni al sacerdozio.
Il Servo di Dio Giovanni Paolo II, indiceva l’ “Anno del Rosario” (ottobre 2002-ottobre 2003), per rilanciare, a livello universale, questa preghiera, alla quale dedicava anche una Lettera Apostolica. In essa, egli scriveva: “se nella Lettera apostolica Novo millennio ineunte ho incoraggiato la celebrazione della Liturgia delle Ore anche da parte dei laici nella vita ordinaria delle comunità parrocchiali e dei vari gruppi cristiani, altrettanto desidero fare per il Rosario. Si tratta di due vie non alternative, ma complementari, della contemplazione cristiana. Chiedo pertanto a quanti si dedicano alla pastorale delle famiglie di suggerire con convinzione la recita del Rosario (...) La famiglia che recita insieme il Rosario riproduce un po' il clima della casa di Nazareth: si pone Gesù al centro, si condividono con lui gioie e dolori, si mettono nelle sue mani bisogni e progetti, si attingono da lui la speranza e la forza per il cammino. ” (Giovanni Paolo II, “Rosarium Virginis Mariae”, n. 41). (Agenzia Fides 9/10/2009)


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