AFRICA/MADAGASCAR - Nuovi ostacoli all’attuazione dell’accordo di Maputo, mentre la popolazione è abbandonata a se stessa

giovedì, 8 ottobre 2009

Antananarivo (Agenzia Fides)- Sembra già vacillante l’accordo raggiunto il 6 ottobre in Madagascar dai movimenti dei “4 Presidenti” per l’attuazione delle intese di Maputo (firmate nella capitale mozambicana il 9 agosto). Le intese di Maputo, firmate dal Presidente dell’Alta Autorità di Transizione e dai 3 ex Presidenti malgasci, Marc Ravalomanana, Didier Ratsiraka e Albert Zafy, prevedevano la formazione di un governo di transizione di unione nazionale, ma non sono ancora state attuate perché non si è trovato un accordo sulla suddivisione degli incarichi tra i 4 uomini politici. “L’ostacolo principale era la nomina di un nuovo Premier, perché quello in carica, nominato da Rajoelina, Monja Roindefo, non intende lasciare l’incarico” dice all’Agenzia Fides un redattore di Radio Don Bosco, la più importante radio cattolica del Madagascar.
Secondo l’intesa, raggiunta con la mediazione del Gruppo di Contatto Internazionale per il Madagascar (del quale fanno parte Jean Ping, Presidente della Commissione dell’Unione Africana, e l’ex Capo di Stato del Mozambico, Joaquim Chissano), Rajoelina continuerà a restare Presidente di transizione. Primo ministro sarà Eugene Mongalaza, del movimento di Ratsiraka; vice-presidente sarà Emmanuel Rakotovahiny, Premier durante la presidenza di Zafy.
Rajeolina è divenuto Presidente dell’Alta Autorità di Transizione nel marzo 2009 dopo che Ravalomanana si dimise, sotto la pressione della protesta popolare, appoggiata da alcuni settori dell’esercito. Da allora vive in Sudafrica e rivendica di essere ancora il Presidente, perché si sarebbe dimesso sotto costrizione.
“L’accordo non è stato però ancora firmato, mentre nelle ultime ore sono emersi dei segnali preoccupanti” dice la fonte di Fides. “L’ex Presidente del Madagascar Marc Ravalomanana si è dichiarato contrario alla continuazione del mandato presidenziale di Rajoelina, e alla possibilità di una sua candidatura alle elezioni presidenziali previste nel 2010. Inoltre il Premier uscente, Monja Roindefo, che rimarrà in carica fino a quando i “4 Presidenti” non avranno firmato l’ultimo accordo, ha fatto sapere tramite un comunicato del suo partito, che Rajeoelina ha tradito le aspettative della maggioranza dei malgasci che chiedono un rinnovamento della classe politica, accettando la nomina di un Premier legato al vecchio Presidente Ratskiraka”.
“Monja Roindefo- spiega la fonte di Fides- è a capo di un importante partito politico malgascio, il Monima, che ha un seguito alquanto vasto. Il suo prestigio deriva dall’essere il figlio del fondatore del partito, famoso per la fermezza della sua opposizione negli anni precedenti”.
“Ma non è solo il partito del Premier uscente a criticare l’accordo: anche diversi altri partiti che appoggiavano Rajeolina stanno prendendo le distanze dal Presidente dell’Alta Autorità di Transizione. Vi sono voci che i partiti contrari alle intese stiano organizzando delle manifestazioni di protesta. Non si può escludere neppure l’ipotesi che si arrivi a un golpe, anche se l’esercito ha finora dimostrato di volere rimanere neutrale, ed anzi, ha invitato le parti politiche a trovare un accordo” afferma la fonte di Fides.
“Mettere d’accordo le diverse forze politiche malgasce è però difficile. Anche l’associazione degli ex Presidenti che si è formata per contrastare Rajoelina, è fragile, perché i 3 ex Presidenti sono in lotta tra loro. Ratsiraka è stato costretto all’esilio a Parigi da Ravalomanana nel 2002, ed è stato condannato a 10 anni di carcere per corruzione; Rafy non ha mai riconosciuto Ravalomanana come Capo dello Stato, infatti continua a riferirsi a lui come “il signor Ravalomanana”. È quindi difficile su queste basi creare accordi duraturi. Mentre i politici litigano, la popolazione è lasciata a se stessa” conclude la fonte di Fides. (L.M.) (Agenzia Fides 8/10/2009)


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