AFRICA/MADAGASCAR - Mistero sulla riunione degli alti vertici militari mentre le parti politiche appaiono sempre più divise

venerdì, 18 settembre 2009

Antananarivo (Agenzia Fides)- Ore d’attesa in Madagascar dove oggi, 18 settembre, nella capitale Antananarivo gli alti comandanti militari sono in riunione con i comandanti delle unità militari regionali. “Finora non è trapelato nulla di questa riunione” dice all’Agenzia Fides una fonte di Radio Don Bosco, la più importante radio cattolica del Madagascar. “Nei giorni scorsi si erano diffuse voci dell’esistenza di un gruppo di ufficiali e sottufficiali che starebbe preparando un golpe per insediare al potere una giunta militare. Sono solo voci, non confermate, ma la decisione di riunire i vertici delle forze armate con i comandanti di tutte le unità militari schierate nelle diverse regioni, è indice di una tensione crescente all’interno del mondo militare”.
“Occorre tenere conto- prosegue la fonte di Fides- che il 20 settembre scade l’ultimatum lanciato dai movimenti dei tre ex Presidenti al Presidente dell’Alta Autorità di Transizione, Andry Rajoelina, che sembra intenzionato a far passare la scadenza senza rispondere ai propri oppositori”. I 3 ex Presidenti Ratsiraka, Zafy e Ravalomanana hanno minacciato di creare delle istituzioni parallele se Rajeolina non ritorna al tavolo negoziale per l’attuazione degli accordi di Maputo (vedi Fides 14/9/2009).
“In vista della scadenza dell’ultimatum, i rappresentanti della società civile hanno organizzato oggi un incontro tra i 4 movimenti per cercare di trovare un accordo. Ma gli spazi di trattativa non sembrano molto ampi, anche perché iniziano a manifestarsi dei segnali di divisione tra i movimenti dei 3 ex Presidenti”.
Infatti se Zafy insiste nell’organizzare manifestazioni di piazza, non solo nella capitale, ma soprattutto nelle province, i movimenti degli altri due ex Presidenti sembrano essere recalcitranti ad aderire a queste manifestazioni, per timore che Zafy prenda il sopravvento nella guida dell’opposizione a Rajoelina. I sostenitori di Ravalomanana hanno annunciato che non parteciperanno alle manifestazioni indette domani da Zafy, affermando che faranno una manifestazione di protesta per conto loro nello spazio di un ex supermercato di Ravalomanana bruciato dai dimostranti nei mesi scorsi.
“La divisione tra gli ex 3 Presidenti non stupisce, perché la loro alleanza è puramente tattica e ciascuno aspira al potere, a scapito degli altri. Il rischio ora è quello di una guerra di tutti contro tutti. Il fatto che una parte della stessa opposizione si dica contraria alle manifestazioni indette da Zafy, e anzi le voglia impedire, potrebbe causare degli incidenti violenti”.
Le divisioni dell’opposizione avvantaggiano Rajoelina che ha preso il potere dopo le contestate dimissioni dell’ex Presidente Ravalomanana, dimessosi sotto la pressione della popolazione e dell’esercito. Questi ha inoltre ottenuto un importante riconoscimento dalle Nazioni Unite che lo hanno invitato a partecipare all’Assemblea Generale dell’ONU, che si terrà la prossima settimana a New York. “L’invito all’Assemblea Generale dell’ONU sembra essere un ammorbidimento della posizione della comunità internazionale nei confronti di Rajoelina” afferma la fonte di Fides. “In realtà più che l’ONU o l’Unione Europea sono l’Unione Africana e la SADC a rifiutare il governo di Rajoelina. Questo perché la rivolta della popolazione malgascia che ha imposto a Ravalomanana le dimissioni, crea un pericoloso precedente per gli altri Capi di Stato africani, che temono di dover affrontare a loro volta rivolte popolari”.
Se è vero che in diversi Paesi africani la forma della democrazia è rispettata, molto spesso succede che i Presidenti riescono a rimanere al potere a vita, grazie a brogli e pressioni di ogni genere sull’elettorato. “In Madagascar Ravalomanana era contestato da buona parte della popolazione per il suo conflitto di interessi. Egli era in primo luogo un imprenditore, che si serviva del potere politico per schiacciare la concorrenza. Un semplice esempio spiega il concetto. Prima della caduta dell’ex Presidente, nei mercati si trovava solo un marchio di burro, quello prodotto dalle sue aziende; ora invece si trovano decine di marchi diversi” conclude la nostra fonte. (L.M.) (Agenzia Fides 18/9/2009)


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