AFRICA/MADAGASCAR - Dopo la formazione decisa unilateralmente da Rajolina l’opposizione promette battaglia: “si tratta di uno scontro di potere dove si perde di vista il bene comune” dice a Fides una fonte della Chiesa locale

giovedì, 10 settembre 2009

Antananarivo (Agenzia Fides)- “Siamo in attesa degli sviluppi della situazione e di vedere se, quando e come, le annunciate dimostrazioni degli avversari di Rajoelina si svolgeranno” comunica all’Agenzia Fides una fonte di Radio Don Bosco da Antananarivo, capitale del Madagascar. Ieri, 9 settembre, Régis Manoro, un rappresentate del movimento dell’ex Presidente Albert Zafy, ha lanciato un ultimatum ad Andry Rajoelina, che ha appena formato un nuovo governo dal quale sono esclusi gli altri partecipanti agli accordi di Maputo (vedi Fides 9/9/2009).
“Con la formazione del nuovo governo, Andry Rajoelina e i suoi sostenitori cercano la guerra. Ci prepariamo a reagire di conseguenza” ha dichiarato Manoro, aggiungendo che Zafy si appresta a inviare una lettera a Rajoelina chiedendogli di tornare al tavolo dei negoziati.
Gli accordi firmati a Maputo (Mozambico) il 9 agosto da Rajoelina, Presidente dell’Alta Autorità di Transizione, e dai 3 ex Presidenti malgasci, Marc Ravalomanan, Didier Ratsiraka e Albert Zafy, prevedono la creazione di un governo di unione nazionale di transizione che ha il compito di portare il Paese a nuove elezioni entro 15 mesi. Le 4 parti non si sono però messe d’accordo sulla suddivisione delle cariche. In particolare Ravalomanana, costretto alle dimissioni a marzo, non vuole che Rajoelina continui ad essere il Capo dello Stato. Di fronte all’empasse, quest’ultimo, che è appoggiato dall’esercito, ha varato un nuovo esecutivo senza la partecipazione dei 3 ex Presidenti.
“Il movimento di Zafy è stato il primo a reagire, forse perché ques’ultimo è l’unico dei 3 ex Presidenti che risiede nell’isola” dice la fonte di Fides. “Ravalomanana è in esilio in Sudafrica, mentre Ratsiraka vive dal 2002 in Francia. È curioso vedere i 3 ex Capi di Stato coalizzati contro Rajoelina, visto che si sono combattuti a vicenda nel recente passato. Zafy per esempio, non ha mai riconosciuto Ravalomanana come Presidente, lo chiamava infatti “il signor Ravalomanana”. Lo stesso per Ratsiraka, protagonista nel 2002 di un duro braccio di ferro con Ravalomanana, per un contenzioso sulle elezioni presidenziali, dal quale era uscito sconfitto e costretto alle dimissioni. Per sconfiggere Ratsiraka, Ravalomanana, che era sindaco di Antananarivo, aveva mobilitato le piazze. La stessa cosa ha fatto quest’anno l’ex sindaco della capitale, Rajoelina, per costringere alle dimissioni Ravalomanana”.
“Si tratta quindi di lotte di potere tra uomini “forti”, dove è difficile vedere la volontà di ricercare il bene comune” afferma la fonte di Fides.
I movimenti dei tre Presidenti hanno dichiarato di coordinare le loro attività e di essere pronti a creare “le istituzioni previste dagli accordi di Maputo”. “Si tratterebbe di una vera e propria amministrazione parallela a quella dell’Alta Autorità di Transizione”, con un governo, un’Alta Corte di Giustizia e istituzioni locali” dice la fonte di Fides. “Se l’opposizione dovesse procedere in questo modo si creerebbe un conflitto di legittimità dal quale sarebbe difficile uscire”.
I capi di Stato della Comunità di Sviluppo dell’Africa Australe (SADC), riuniti a Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo), hanno “condannato fermamente” la formazione del nuovo esecutivo malgascio, decisa unilateralmente da Rajoelina, che “ viola lo spirito degli accordi di Maputo”. Di conseguenza la SADC ha stabilito di mantenere la sospensione del Madagascar dalla Comunità “finché non sarà ristabilito l’ordine costituzionale”. (L.M.) (Agenzia Fides 10/9/2009)


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