AMERICA/VENEZUELA - I Vescovi affermano che non c’è libertà quando i mezzi di comunicazione “informano solo su ciò che interessa loro, occultando notizie, tergiversando sugli eventi e non permettendo l’accesso all’opinione pubblica a quanti che non sono allineati con loro”

giovedì, 16 luglio 2009

Caracas (Agenzia Fides) – “I mezzi di comunicazione sociale devono prestare un prezioso servizio, informando sui fatti in maniera obiettiva; promuovendo la verità e la giustizia, la pace e la libertà, la solidarietà, le buone abitudini, la convivenza sociale, le esigenze della vita; difendendo la dignità della persona umana ed i suoi diritti; orientando le menti ed i cuori con una visione etica”. È quanto affermano i Vescovi del Venezuela in un comunicato diffuso al termine dell’Assemblea Plenaria, con il quale mostrano la loro preoccupazione davanti alle ultime informazioni secondo le quali distinti poteri pubblici annunciano decreti e norme in materia di mezzi di comunicazione sociale.
“In uno Stato democratico - ricordano i Presuli - i differenti gruppi ed istituzioni devono trovare spazi per offrire i loro progetti ed orientamenti in vista della formazione dell’opinione pubblica. Lo Stato deve essere garante di questo diritto fondamentale”. Affermano altresì che “la libertà di espressione è uno dei diritti umani fondamentali che permette lo sviluppo integrale dell’uomo, lo conduce alla ricerca della verità e costituisce un mezzo per la partecipazione e la difesa della democrazia”. A questo proposito, i mezzi di comunicazione sociale “permettono che la libertà di espressione possa essere esercitata”.
Inoltre affermano che “l’opinione pubblica, la libertà di espressione ed il diritto all’informazione conformano, insieme ad altri diritti fondamentali, un vero stato democratico, come si legge nell’articolo 6 della Costituzione del Paese”. Tuttavia i Vescovi lamentano che a volte le stesse “istituzioni che detengono il potere, per motivi politici o economici, tra gli altri, coartano la libertà di espressione, spaventando, intervenendo, manipolando le comunicazioni politiche, stabilendo norme e regolamenti limitanti, controllando i mezzi e creando legislazioni coercitive che soffocano la libertà di espressione e violano il diritto all’informazione”. Mettono anche in guardia dal pericolo dell’ “uso irresponsabile della libertà che porta al libertinaggio dell’espressione e lede i diritti umani, senza tenere conto dei suoi limiti che gli sono dati dalla dignità della persona umana e dal bene comune”.
Di fronte a questa situazione, la Chiesa nazionale mostra la sua preoccupazione per il fatto che “certi decreti e legislazioni senza sufficiente consultazione e senza consenso in questa materia, pretendono di imporre egemonicamente una determinata visione della vita e della società”. “Non c’è libertà quando i mezzi sono in mani private o nelle mani del governo, informano solo su ciò che interessa loro, occultando notizie, tergiversando sugli eventi e non permettendo l’accesso all’opinione pubblica a quanti non sono allineati con loro” conclude il testo. (RG) (Agenzia Fides 16/7/2009)


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