AMERICA/PERU’ - Il Presidente della Conferenza Episcopale chiede di affrontare il Disegno di legge sulla libertà religiosa “in un clima di dialogo, di rispetto delle persone e delle istituzioni e cercando innanzitutto il bene del Paese”

martedì, 14 luglio 2009

Lima (Agenzia Fides) – “Rivolgo un appello alla serenità e alla saggezza affinché nel Parlamento si affrontino i temi più urgenti per la società peruviana. Un esempio di questo sono gli eventi che si stanno succedendo a Chumbivilcas, provincia del Cusco”, afferma Mons. Héctor Miguel Cabrejos Vidarte, Arcivescovo di Trujillo e Presidente della Conferenza Episcopale Peruviana, in una dichiarazione sull’approvazione del disegno di legge sulla libertà religiosa in Perù. Il Presidente della Conferenza Episcopale ricorda che “la Chiesa cattolica è la prima a difendere e a promuovere la libertà religiosa”. Ed in questo senso afferma che “è stata la Conferenza Episcopale Peruviana quella che ha proposto il principio della libertà religiosa raccolto poi nella Costituzione del 1979 e riconosciuto dall’attuale Costituzione”. Infatti l’Articolo 2 della Costituzione Politica del Perù afferma che nessuno deve essere discriminato per l’appartenenza religiosa, mentre l’Articolo 3 segnala che ogni persona ha diritto alla libertà di religione, in forma individuale o consociata, ed al libero esercizio pubblico di tutte le confessioni, purché non offenda la morale e l’ordine pubblico. Ugualmente “dalla Costituzione del 1979 si apprende che lo Stato peruviano è aconfessionale e stabilisce con la Chiesa cattolica una relazione di indipendenza e collaborazione, come raccolto successivamente dall’articolo 50 della nostra attuale Costituzione, lo stesso che stabilisce contemporaneamente che lo Stato rispetta altre confessioni e può stabilire forme di collaborazione con esse”.
Secondo Mons. Cabrejos, è importante tenere conto del bene sociale di una confessione di fede. A questo proposito, “la Chiesa cattolica ha più di 2.000 anni e nel Perù è indubbia la sua partecipazione alla formazione storica, culturale e morale della società attuale, ciò che la differenzia necessariamente nella sua relazione con lo Stato, rispetto alle relazioni che lo stesso possa stabilire con le altre Confessioni”. Inoltre “le relazioni tra lo Stato peruviano e la Chiesa cattolica si regolano attraverso l’Accordo tra la Santa Sede e lo Stato Peruviano che ha carattere vincolante, trattandosi di un accordo di diritto internazionale”.
Per tutto questo, il Presidente della Conferenza Episcopale esprime dispiacere per il fatto “che nonostante l’aspetto collaborativo che deve prevalere nella relazione della Chiesa cattolica con lo Stato, su questo tema il Parlamento non abbia consultato ufficialmente la Conferenza Episcopale Peruviana”. Inoltre mostra la sua sorpresa "poiché nonostante nel Paese vi siano tanti problemi seri ed urgenti da risolvere, un gruppo di Congressisti si affretti a ottenere l’approvazione di questa legge nella Commissione Costituzione”, considerando che “su 16 membri della Commissione Costituzionale soltanto 6 hanno votato”. Mons. Cabrejos conclude la dichiarazione augurandosi che questo tema “si affronti in un clima di dialogo, di rispetto delle persone e delle istituzioni e cercando innanzitutto il bene del Paese”. (RG) (Agenzia Fides 14/7/2009)


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