OCEANIA/PAPUA NUOVA GUINEA - La missione dei Fratelli delle Scuole Cristiane, in tempi di crisi

lunedì, 22 giugno 2009

Port Morseby (Agenzia Fides) – Essere missionari in uno dei paesi più svantaggiati, a livello sociale ed economico, nell’area del Pacifico non è facile. Soprattutto in questo momento, mentre il paese attraversa la terza crisi economica negli ultimi 10 anni, che porta con sé un ulteriore deterioramento dello standard di vita dei cittadini, oltre che un aumento di disoccupazione, criminalità e corruzione. Tuttavia, in tale contesto, i missionari Lasallaini, o “Fratelli delle Scuole Cristiane”, portano il loro contributo, soprattutto attraverso un ampio e qualificato servizio reso nel campo dell’istruzione.
Nel paese vi sono nel complesso tre tipologie di scuole: quelle pubbliche governative; quelle sotto il patrocinio della Chiesa cattolica; quelle gestite dalla Chiesa protestante. Gli istituti gestiti dalle Chiese danno un contributo fondamentale alla società, specialmente per lo sviluppo delle nuove generazioni. Il tasso di analfabetismo è tuttora molto alto: tocca il 28,6% degli uomini e il 44% delle donne con età superiore ai 15 anni.
Le Chiese cristiane oggi gestiscono il 70% dell’educazione impartita nel paese e il loro apporto per lo sviluppo sociale e culturale della nazione è riconosciuto.
I Fratelli delle Scuole Cristiane operano attualmente a Port Moresby, la capitale, e nell’area rurale di Mainohana, cercando soprattutto di recuperare bambini e ragazzi che hanno abbandonato il loro percorso di istruzione.
I Lasalliani sono presenti nel paese da oltre 60 anni e sono oggi impegnati non solo nell’insegnamento, ma anche nella formazione professionale di personale docente locale, in modo da far crescere la società civile e le istituzioni della Papua Nuova Guinea.
La nazione ha circa cinque milioni di abitanti, residenti in comunità e villaggi spesso divisi da barriere geografiche e linguistiche (si parlano oltre 700 lingue e dialetti diversi). Esiste anche una grande varietà religiosa, in cui il cristianesimo è maggioritario, accanto a un buona percentuale animista. I primi missionari cattolici sono giunti in Papua circa un secolo fa. Oggi nel paese il 66% della popolazione è cristiana, e di questa il 22% cattolica.
La comunità ecclesiale conta oggi circa 1,6 milioni di fedeli, e sta gradualmente assumendo un volto “autenticamente papuano”. Le priorità pastorali sono la vita famigliare, i giovani, la formazione di clero e laici, l’istruzione, le tematiche inerenti la giustizia e la pace, la lotta all’Aids.
Una sfida notevole è integrare la fede cristiana nella cultura locale. Numerose scuole e ospedali, fino a poco tempo fa gestite da missionari, in seguito si sono ampliate e sono diventate istituzioni di riferimento nel territorio. (PA) (Agenzia Fides 22/06/2009 righe 29 parole 296)


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