AFRICA/NIGERIA - Il mistero dell’aereo delle armi, con filo conduttore il petrolio

venerdì, 19 giugno 2009

Abuja (Agenzia Fides)- Le autorità nigeriane continuano a centellinare le informazioni su un aereo ucraino carico di armi che è stato bloccato il 17 giugno all’aeroporto di Kano (Nigeria settentrionale).
Ufficialmente l’aereo, proveniente dalla Croazia, era diretto a Malabo, capitale della Guinea Equatoriale, dove avrebbe dovuto consegnare il carico bellico, destinato all’esercito locale. Secondo la versione fornita dai piloti, questi avrebbero chiesto di effettuare uno scalo tecnico a Kano per poi proseguire fino alla Guinea Equatoriale.
Le autorità nigeriane però non sono convinte di questa spiegazione e intendono indagare se, invece, il carico di armi fosse destinato a qualche fazione nigeriana, e in particolare al Movimento per l’Emancipazione del Delta del Niger (MEND), una sigla sotto la quale si raccolgono diversi gruppi armati che operano nel Delta del Niger (nel sud della Nigeria).
L’investigazione, in un primo momento affidata al servizio segreto civile (State Security Service. SSS), è stata assegnata per ordine della Presidenza al servizio segreto militare (Directorate of Military Intelligence, DMI). Il servizio civile continua a detenere in custodia l’ufficiale aeroportuale che ha dato il permesso all’aeroplano di atterrare a Kano, senza informare i suoi superiori. Tra le persone fermate vi sono i 7 membri dell’equipaggio (ma alcune fonti affermano che sono 5), di nazionalità ucraina, e almeno un nigeriano che avrebbe cercato di far sbarcare il carico.
Il governo della Guinea Equatoriale ha affermato di non avere informazioni sulla destinazione dell’aereo e sull’acquirente del carico d’armi, ma ha fatto notare che difficilmente l’aeroporto di Kano rientrerebbe nei piani di volo di un aereo diretto dall’Europa a Malabo come scalo per un rifornimento, anche perché Kano si trova a circa un’ora di volo dalla capitale guineano-equatoriale.
La stampa nigeriana afferma che nel corso dell’offensiva contro il MEND condotta dalla Joint Task Force (l’apposito gruppo speciale di esercito, marina e aviazione incaricato di fermare la guerriglia nel Delta, vedi Fides 4/6/2009) avrebbe sequestrato in una base del movimento dei documenti che dimostrerebbero che il MEND importa armi dall’Ucraina servendosi di intermediari nella Guinea Equatoriale. Le autorità di Malabo affermano però di essere vittima del MEND: nel febbraio di quest’anno un misterioso commando giunto via mare assalì il palazzo presidenziale a Malabo, ma fu respinto dai militari di guardia. Il governo locale accusò elementi del MEND di essere i responsabili dell’assalto (vedi Fides 18/2/2009).
Sulla stampa nigeriana si avanza l’ipotesi che il MEND intendesse servirsi delle armi sbarcate a Kano per colpire gli Stati del nord della Nigeria, accusati di contribuire allo sfruttamento ingiusto delle ricchezza petrolifere del sud della Nigeria.
In questa vicenda misteriosa è infatti il petrolio il filo conduttore: sia la Nigeria sia la Guinea Equatoriale sono tra i più importanti produttori di greggio dell’Africa sub-sahariana. Il MEND afferma di battersi per rivendicare una più equa distribuzione dei proventi del petrolio a favore delle popolazioni locali, danneggiate dall’inquinamento provocato dalle attività estrattive. Nel frattempo però gruppi che agiscono sotto la sigla del MEND (che il 7 giugno aveva dichiarato una “guerra del petrolio” contro gli impianti estrattivi) continuano a danneggiare gli oleodotti e a partecipare ai furti di greggio attraverso perforazioni illegali delle condutture petrolifere. Tutte azioni che contribuiscono a danneggiare l’ambiente. (L.M.) (Agenzia Fides 19/6/2009 righe 40 parole 534)


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