AMERICA/COSTA RICA - La Chiesa cattolica lamenta l’abbandono degli indigeni in Costa Rica

mercoledì, 10 giugno 2009

San José (Agenzia Fides) – Le carenti possibilità nel campo dell’istruzione, l’abbandono delle loro attività agricole, i problemi delle abitazioni, quelli di salute e lo sfruttamento dei loro fratelli immigranti sono tra i problemi principali riscontrati dai leader indigeni nelle loro comunità nel corso del III Incontro dei Leader Indigeni Bribri e Cabecar, promosso inizialmente dalla Pastorale Indigena della Diocesi di Limón e sostenuto dalla Missione Vocazionale Vicentina, diretta da padre Fabio Flores, sacerdote vicentino. All’Incontro hanno partecipato i rappresentanti delle Associazioni per lo Sviluppo e le giunte di territori e villaggi limitrofi di Alto Telire, Alto Bley, Bajo Bley, Rangayal, Pico Blanco e Kekoldi, del Cantón di Talamanca.
Gli indigeni hanno esaminato nel dettaglio la situazione dei loro territori e delle loro comunità, attraverso il metodo FODA (Fortalezas, Oportunidades, Debilidades y Amenazas), riguardo alla realtà politica, culturale, dell’istruzione e della salute, manifestando innanzitutto il senso di esclusione e abbandono di cui sono vittime, lasciati molto spesso al margine dei progetti e dello sviluppo della società del Costa Rica.
Tanto gli indigeni bribris quanto quelli di Cabecar si sentono molto deboli nel campo dell’istruzione, soprattutto per la carenza di infrastrutture adeguate e materiale didattico. Gli organizzatori dell’Incontro hanno sottolineato che questa situazione “è la conseguenza del fatto che non venga approvato un progetto di sviluppo nelle zone indigene, che favorisca la promozione della loro cultura”.
Inoltre, gli indigeni lamentano che nonostante tutta la ricchezza delle loro terre e le favorevoli condizioni per lo sfruttamento dell’agricoltura, non venga dato loro il sostegno economico necessario per sviluppare il loro potenziale o compensare le perdite causate dai disastri naturali. Tra gli altri problemi quello delle abitazioni, in particolare nelle regioni con maggiori difficoltà di accesso, come nell’Alto Telire. Nell’ambito della sanità, gli indigeni sono consapevoli della distanza e dell’accesso difficoltoso alle loro comunità, e per questo chiedono la formazione di personale indigeno per il pronto soccorso e i programmi di salute preventiva. (AP) (10/6/2009 Agenzia Fides; Righe:30; Parole:330)


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