AFRICA/MALAWI - “Con la massiccia partecipazione al voto il popolo ha chiesto una crescita democratica e il rispetto da parte dei suoi rappresentanti” dice un missionario

martedì, 2 giugno 2009

Lilongwe (Agenzia Fides)- Ad una decina di giorni dalla rielezione del Presidente del Malawi, Bingu wa Mutharika (vedi Fides 22/5/2009), p. Piergiorgio Gamba, missionario monfortano che da decenni vive e opera in Malawi, ha inviato a Fides alcune note di riflessione sulle elezioni del 19 maggio. “La partecipazione al voto è stata veramente libera ed estremamente pacifica con pochissimi o quasi insignificanti momenti di tensione. Uomini e donne, ragazzi e ragazze che avevano compiuto i diciotto anni, gli stranieri residenti da sette anni in Malawi: in tanti hanno affollato i seggi. La temuta apatia al termine di un’accesa campagna elettorale con polemiche volte a confondere la gente, non c’è stata. Anche se non si è raggiunto il livello di partecipazione delle elezioni del referendum del 1993 o delle prime elezioni politiche del 1994, la partecipazione è degna di essere ricordata. Da prima che sorgesse il sole, dalle quattro del mattino, si erano create lunghe file di fronte ai seggi, a dimostrazione del reale interesse della popolazione al voto. Degli oltre 5 milioni e novecento mila iscritti alle liste elettorali, oltre quattro milioni e duecento mila si sono presentati ai seggi” scrive p. Gamba.
Gli osservatori della Comunità Europea hanno dichiarato che il voto è stato libero, anche se si rimarca il fatto che il governo ha usato dai mezzi di comunicazione alle struttura di governo (come i trasporti e le finanze) a proprio vantaggio.
“Elezioni esemplari, per le quali il Malawi può essere quindi orgoglioso. Elezioni con le quali il popolo ha chiesto una crescita democratica e il rispetto da parte dei suoi rappresentanti” prosegue il missionario che esprime però dei dubbi sul fatto che questa richiesta di democrazia che viene dal popolo verrà poi rispettata dalle istituzioni: “Queste elezioni cambiano interamente la struttura politica del Paese. Il partito della presidenza ha già la maggioranza in Parlamento, ma sta cercando di ottenere il consenso dei 32 parlamentari indipendenti, in modo da potere contare sul voto di 140 parlamentari su 193. In questo modo il partito del Presidente può da solo guadagnare la maggioranza del 75%, una percentuale sufficiente a cambiare la Costituzione e far passare qualsiasi progetto di legge senza l'appoggio di nessun altro”.
“Se è giusto rallegrarsi per le elezioni pacifiche, occorre sottolineare l'urgenza di uno sviluppo che coinvolga tutti e in particolare i più poveri. È questa la vera sfida per la democrazia e le istituzioni di questo Paese” conclude il missionario. (L.M.) (Agenzia Fides 2/6/2009 righe 34 parole 433)


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