ASIA/INDIA - Alle elezioni il Partito del Congresso e il BJP verso il “testa a testa”

lunedì, 4 maggio 2009

New Delhi (Agenzia Fides) – Si profila un “testa a testa” fra i due maggiori schieramenti nelle elezioni politiche in corso in India. Il lungo percorso elettorale, della durata di un mese (vedi Fides 17/4/2009), volge al termine: la seconda tornata del voto si è svolta il 23 aprile, quando oltre 200 milioni di elettori hanno votato in 13 stati (Andra Pradesh, Assam, Goa, Bihar, Jammu e Kashmir, Karnataka, Madya Pradesh, Maharashtra, Manipur, Orissa, Tripura, Jharkhand e Uttar Pradesh) per assegnare 141 seggi della Camera Bassa. Il terzo turno si è tenuto il 30 aprile, quando 144 milioni di indiani sono stati chiamati alle urne in nove stati (Bihar, Karnataka, Madhya Pradesh, Maharashtra, Uttar Pradesh, Jammu e Kashmir, West Bengala, Gujarat e Sikkim) e due territori dell’Unione (Dadar e Nagar Haveli, Daman & Diu). I risultati definitivi saranno resi noti il 16 maggio ma, secondo i sondaggi e gli analisti, il Partito del Congresso, attualmente al governo, e il partito nazionalista Baratiya Janata Party (BJP) sono avviati verso un sostanziale equilibro che potrà risolversi in favore di uno dei due schieramenti al “photo-finish”.
Il partito che, individualmente, otterrà la maggioranza relativa dei seggi avrà l’incarico di arrivare alla maggioranza assoluta (tramite alleanze) e di formare un nuovo governo.
La distanza fra Partito del Congresso e BJP sembra attualmente molto sottile e quest’ultimo pare aver recuperato terreno in stati come Karnataka, Madhya Pradesh and Chhattisgarh.
Fra gli stati che potranno risultare decisivi, nel risultato finale, vi è il Tamil Nadu, dove si voterà nell’ultima tornata elettorale, il 13 maggio prossimo. Un peso notevole, secondo gli analisti, lo avranno i partiti regionali, che potranno diventare l’ago della bilancia nella contesa fra i due partiti maggiori.
Dall’esito delle elezioni dipende anche il futuro delle minoranze etniche, culturali e religiose in India: il BJP, infatti, è fautore di un nazionalismo religioso che vuole un paese mono-culturale e mono-religioso (di marca indù), in cui i cristiani e i musulmani sono condannati a subire discriminazioni sociali e politiche e a veder diminuire i loro riconoscimenti sulla scena pubblica. Figlie di questa ideologia sono anche le violenze subite da comunità cristiane e musulmane, perpetrate da movimenti integralisti indù che non disdegnano aggressioni e omicidi per intimidire le minoranze, come accaduto di recente nello stato di Orissa. (PA) (Agenzia Fides 4/5/2009 righe 27parole 277)


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