AFRICA/MADAGASCAR - Arrestato il Primo Ministro nominato dall'ex Presidente Ravalomanana, che si trova all'estero in esilio

giovedì, 30 aprile 2009

Antananarivo (Agenzia Fides)- “La situazione sembra complicarsi e non si vede ancora una via di uscita alla crisi” dicono all'Agenzia Fides fonti di Radio don Bosco, la più importante radio cattolica del Madagascar, dove ieri, 29 aprile, le forze di sicurezza hanno arresto Manandafy Rakotonirina, il Primo Ministro designato dal Presidente dimissionario Marc Ravalomanana, attualmente in esilio (vedi Fides17/4/2009), in contrapposizione a Monja Roindefo, il Premier nominato da Andry Rajoelina, Presidente dell'Alta Autorità di Transizione. Una situazione difficile anche per la comunità internazionale che si trova di fronte a due poteri che rivendicano ciascuno la legittimità.
L'arresto è stato effettuato da una ventina di soldati armati e mascherati che sono penetrati nell'hotel dove Rakotonirina aveva stabilito il suo quartiere generale. Rakotonirina è accusato di aver contribuito a fomentare le proteste contro l'Alta Autorità di Transizione, guidata da Andry Rajoelina, l'ex sindaco di Antananarivo, la capitale del Paese. La scorsa settimana, nel corso di incidenti tra la polizia e i dimostrati pro Ravalomanana, sono morte due persone. Rakotonirina, inoltre, aveva annunciato la nomina dei primi 6 Ministri di un governo che si poneva in alternativa all'Alta Autorità di Transizione. Quest'ultima guida il Madagascar dal 17 marzo, quando il Presidente Ravalomanana aveva presentato le dimissioni e aveva trasferito i poteri ad un direttorio militare. “Questa procedura è anticostituzionale perché nella Costituzione non è previsto nessun direttorio militare” spiegano le fonti di Fides. I militari infatti hanno subito trasferito i poteri ad un'Alta Autorità di Transizione, guidata da Rajoelina, che da mesi guidava le proteste di piazza contro Ravalomanana. “Anche l'Alta Autorità di Transizione non è prevista dalla Costituzione, ma almeno si tratta di un organo formato da civili, politici e rappresentanti della società civile. Questo organo dovrà riformare la Costituzione e la legge elettorale per preparare le elezioni presidenziali e politiche che dovrebbero tenersi entro due anni”.
Il Madagascar è stato sospeso dall'Unione Africana e dalla Comunità di Sviluppo dell'Africa Australe (SADC) che hanno giudicato non conforme alle norme democratiche l'allontanamento dal potere di Ravalomanana. L'ex Presidente ha rilasciato in seguito una sua versione su come ha presentato le dimissioni, denunciando di essersi dimesso sotto le minacce per sé e per la propria famiglia. “In realtà, Ravalomanana ha firmato la lettera di dimissioni alla presenza dell'Ambasciatore statunitense ad Antananarivo e del rappresentate speciale dell'ONU per il Madagascar” spiegano le fonti di Fides. Non vi sono state minacce, come si può vedere dalla registrazione televisiva della firma delle dimissioni, effettuata su ordine dello stesso Ravolomanana, ma solo una forte pressione esterna esercitata nelle piazze dall'opposizione. La lettera di dimissioni è stato poi presa in consegna dai due diplomatici che l'hanno poi consegnata ai rappresentanti dell'opposizione. Questa procedura è stata infine ratificata dall'Alta Corte di Giustizia”.
Ravalomanana si è in seguito rifugiato all'estero, da dove ha iniziato una campagna per affermare che è ancora lui il Presidente in carica. Per questo motivo aveva designato un Primo Ministro, in contrapposizione a quello nominato dall'Alta Corte di Transizione.
Nonostante la sospensione del Madagascar, decretata dai due organismi, sia l'Unione Africana sia la SADC hanno avviato dei contatti con l'Alta Autorità di Transizione, ed oggi, 30 aprile, una delegazione malgascia è attesa ad Addis Abeba per colloqui con i rappresentanti dell'Unione Africana. Nella capitale etiopica dovrebbe trovarsi anche l'ex Presidente Ravalomanana. (L.M.) (Agenzia Fides 30/4/2009 righe 38 parole 528)


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