AMERICA/HONDURAS - Il Presidente di Caritas Internazionalis chiede ai leader del G-20 che la crisi economica non porti “i Paesi ricchi a trascurare i loro obblighi di sostegno ai Paesi in via di sviluppo”

giovedì, 2 aprile 2009

Tegucigalpa (Agenzia Fides) - Il Cardinale Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, Arcivescovo di Tegucigalpa (Honduras) e Presidente di Caritas Internazionalis, ha chiesto ai leader del G-20, che oggi 2 aprile si riuniscono a Londra (Inghilterra), di fare in modo che le politiche economiche vengano orientate verso i poveri. Il Cardinale avverte che la crisi economica sta avendo una maggiore ripercussione sulla popolazione mondiale più povera, e come risultato di questa crisi, almeno 53 milioni di persone si vedranno trascinate nella povertà nei Paesi in via di sviluppo. Questi si aggiungeranno ai circa 135-150 milioni di persone che sono cadute nella miseria a causa dell’aumento dei prezzi degli alimenti e dei combustibili durante lo scorso anno.
Come si legge ancora nella lettera, “se si sta registrando una crisi economica mondiale è perché l’etica è stata messa da parte nel momento in cui alcuni pochi facoltosi hanno deciso di voler raggiungere a tutti i costi una maggiore ricchezza”. Possiamo fare fronte a questa crisi rimediando al fallimento della globalizzazione dell’avarizia, “trasformandola in un’opportunità per creare una globalizzazione basata sulla solidarietà, la giustizia e la pace” continua il testo.
L’Arcivescovo di Tegucigalpa ricorda che i poveri sono i meno responsabili della crisi economica, anche se “saranno quelli che ne subiranno le maggiori conseguenze”. “Se sono stati trovati miliardi di dollari per riscattare il sistema bancario - denuncia il Cardinale -, non esiste invece una giustificazione morale ai tagli compiuti da alcuni Paesi ricchi nei loro bilanci per l’aiuto ai popoli in via di sviluppo”.
Per il Presidente di Caritas Internazionalis è importante che la crisi economica non porti “i Paesi ricchi a trascurare i loro obblighi di sostegno ai Paesi in via di sviluppo”. A questo proposito rivolge il suo appello ai leader mondiali, chiedendo a nome di Caritas Internazionalis una riforma dell’ONU, del FMI e della Banca Mondiale, al fine di assicurare maggiore partecipazione dei Paesi poveri ai processi decisionali.
“La Caritas chiede al G-20 di appoggiare con determinazione la Conferenza di alto livello dell’ONU sull’Impatto della crisi sullo sviluppo, prevista dall’1 al 4 giugno prossimo. Ora più che mai, sono necessarie le risorse per lo sviluppo”. Allo stesso tempo chiede ai Paesi donatori di “mantenere le precedenti promesse di assegnare lo 0.7 per cento del loro Prodotto Interno Lordo (PIL) agli aiuti internazionali, così come l’avvio di politiche che promuovano il commercio equo, la diminuzione del debito e misure per la mobilitazione di risorse finanziarie nazionali nei Paesi in via di sviluppo”.
L’Arcivescovo chiede altresì “un nuovo sistema di partecipazione mondiale per la ridistribuzione della ricchezza, basato sulla creazione di imposte internazionali per finanziare i beni mondiali pubblici e lo sviluppo di politiche fiscali adeguate a livello nazionale” e che “il G-20 stabilisca sanzioni contro i paradisi fiscali ed i loro utenti, sostenendo l’adozione del codice di condotta per la cooperazione nella lotta contro la fuga dei capitali e all’evasione fiscale”.
Caritas Internazionalis è favorevole anche ad una maggiore trasparenza nei pagamenti e nelle imposte che le imprese versano ai governi e per la riforma delle norme internazionali sulla contabilità, esigendo dalle imprese di rendere pubblica quel tipo di informazione a livello nazionale. Si tratta di una misura indispensabile per raggiungere un impatto maggiormente positivo nelle comunità più povere e nel loro contesto locale”, precisa infine l’appello del Cardinale Rodríguez Maradiaga ai leader del G-20. (RG) (Agenzia Fides 2/4/2009, righe 41, parole 559)


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