AMERICA/NICARAGUA - Più di 10.000 persone alla marcia in favore della vita e per chiedere che nel Paese non venga reintrodotto l'aborto terapeutico

giovedì, 26 marzo 2009

Managua (Agenzia Fides) - Migliaia di cattolici, insieme ad alcuni Vescovi nicaraguensi ed al Nunzio Apostolico, ieri, 25 marzo, in occasione della Giornata del Nascituro, sono scesi nelle strade di Estelí per protestare contro l’aborto. La manifestazione ha percorso poco più di un chilometro ed è culminata con una Santa Messa all’aperto nei pressi della Cattedrale di Estelí, 149 chilometri a nord di Managua. L’obiettivo della marcia era di trasmettere alla popolazione un messaggio per la vita e contro la morte. Come informano gli organizzatori, hanno partecipato all’iniziativa più di 10.000 persone.
La Celebrazione eucaristica è stata presieduta dal Vescovo della Diocesi di Estelí, Mons. Juan Abelardo Mata, e vi hanno partecipato il Nunzio Apostolico a Managua, Mons. Henry Jósef Nowacki e Mons. Enrique Herrera, Vescovo di Jinotega. Durante l’omelia, Mons. Abelardo Mata ha affermato che molti “da una parte dicono di difendere i diritti umani e dall’altra promuovono l’aborto”. Il Vescovo ha ricordato che la donna va rispettata e va rispettato il suo corpo, “il che implica non solo dire il mio corpo è mio, bensì rispondere al piano del suo Creatore”. Oltre a questa marcia, nelle diverse Diocesi del Paese sono state realizzate numerose giornate di preghiera per la vita.
Il Direttore nazionale dell’Associazione Nicaraguense per i Diritti Umani (ANPDH), Roberto Petray, ha reso noto che insieme a questa attività realizzata durante la Giornata Nazionale del Nascituro è stato anche inviato un messaggio alle persone che desiderano ristabilire nuovamente l’aborto terapeutico, ricordando loro che il diritto alla vita è inviolabile.
In effetti, la legislazione nicaraguense proibisce qualsiasi tipo di aborto, perché il Parlamento nicaraguense, nel contesto della Campagna per le elezioni presidenziali del 2006, si fece eco alle petizioni della Chiesa cattolica e di quella Evangelica per abrogare l’aborto terapeutico, realizzato in caso di pericolo per la madre, che figurava nel Codice Penale della Nazione da più di un secolo. La legislazione autorizzava a praticare questo tipo di interruzione della gravidanza se fosse “provato scientificamente, con l’intervento di almeno tre medici ed il consenso del coniuge o del parente più vicino alla donna, secondo i fini legali”.
L’organizzazione per i diritti umani ANPDH sta facendo in modo che la Corte Suprema di Giustizia si pronunci contro la reintroduzione di ogni tipo di aborto, a seguito del ricorso di un gruppo di donne che ha definito questa proibizione incostituzionale. “Noi stiamo lavorando per proteggere la vita dei più innocenti” ha affermato Petray. (RG) (Agenzia Fides 26/3/2009, righe 30, parole 409)


Condividi: