VATICANO - Il Papa conclude le catechesi su San Paolo: “resta luminosa davanti a noi la figura di un apostolo e di un pensatore cristiano estremamente fecondo e profondo, dal cui accostamento ciascuno può trarre giovamento” - Appello per lo Sri Lanka

giovedì, 5 febbraio 2009

Città del Vaticano (Agenzia Fides) – Nell’udienza generale di mercoledì 4 febbraio, il Santo Padre Benedetto XVI ha concluso il ciclo di catechesi su San Paolo Apostolo soffermandosi sulla sua morte e sulla sua eredità. “L'antica tradizione cristiana testimonia unanimemente che la morte di Paolo avvenne in conseguenza del martirio subito qui a Roma” ha ricordato il Papa nella sua catechesi, sottolineando che gli scritti del Nuovo Testamento non ci riportano il fatto e gli Atti degli Apostoli terminano il loro racconto accennando alla sua prigionia. “La prima testimonianza esplicita sulla fine di san Paolo – ha proseguito il Pontefice - ci viene dalla metà degli anni 90 del secolo I, quindi poco più di tre decenni dopo la sua morte effettiva. Si tratta precisamente della Lettera che la Chiesa di Roma, con il suo Vescovo Clemente I, scrisse alla Chiesa di Corinto. In quel testo epistolare si invita a tenere davanti agli occhi l'esempio degli Apostoli” e, viene menzionato il martirio di Pietro, e subito dopo, quello di Paolo. Il Papa ha definito quindi come sia “molto interessante… nella lettera di Clemente il succedersi dei due nomi di Pietro e di Paolo… Anche se nessuna fonte antica parla di un loro contemporaneo ministero a Roma, la successiva coscienza cristiana, sulla base del loro comune seppellimento nella capitale dell'impero, li assocerà anche come fondatori della Chiesa di Roma”.
Concentrandosi sulla figura di Paolo, Benedetto XVI ha ricordato che “il suo martirio viene raccontato per la prima volta dagli Atti di Paolo, scritti verso la fine del II secolo. Essi riferiscono che Nerone lo condannò a morte per decapitazione, eseguita subito dopo. La data della morte varia già nelle fonti antiche, che la pongono tra la persecuzione scatenata da Nerone stesso dopo l’incendio di Roma nel luglio del 64 e l’ultimo anno del suo regno, cioè il 68… Tradizioni successive preciseranno due altri elementi. L’uno, il più leggendario, è che il martirio avvenne alle Acquae Salviae, sulla Via Laurentina, con un triplice rimbalzo della testa, ognuno dei quali causò l'uscita di un fiotto d'acqua, per cui il luogo fu detto fino ad oggi ‘Tre Fontane’. L’altro… è che la sua sepoltura avvenne non solo ‘fuori della città... al secondo miglio sulla Via Ostiense’, ma più precisamente ‘nel podere di Lucina’, che era una matrona cristiana. Qui, nel secolo IV, l’imperatore Costantino eresse una prima chiesa, poi grandemente ampliata tra secolo IV e V dagli imperatori Valentiniano II, Teodosio e Arcadio. Dopo l’incendio del 1800, fu qui eretta l’attuale basilica di San Paolo fuori le Mura”.
Benedetto XVI ha quindi sottolineato la “straordinaria eredità spirituale” lasciata da Paolo: già negli Atti degli Apostoli appare una grande venerazione verso l’Apostolo e ben presto le sue Lettere entrarono nella liturgia, “è ovvio che i Padri della Chiesa e poi tutti i teologi si sono nutriti delle Lettere di san Paolo e della sua spiritualità. Egli è così rimasto nei secoli, fino ad oggi, il vero maestro e apostolo delle genti”.
Gli studi storico-critici degli ultimi due secoli hanno sottolineato soprattutto come sia centrale nel pensiero paolino il concetto di libertà. “Soprattutto negli ultimi duecento anni, crescono anche le convergenze tra esegesi cattolica ed esegesi protestante – ha sottolineato il Santo Padre - realizzando così un notevole consenso proprio nel punto che fu all’origine del massimo dissenso storico. Quindi una grande speranza per la causa dell'ecumenismo, così centrale per il Concilio Vaticano II”.
Il Pontefice ha concluso la sua catechesi sull’eredità lasciata da San Paolo accennando ai vari movimenti religiosi, “sorti in età moderna all’interno della Chiesa cattolica, che si rifanno al nome di san Paolo” ed ha messo in evidenza che “resta luminosa davanti a noi la figura di un apostolo e di un pensatore cristiano estremamente fecondo e profondo, dal cui accostamento ciascuno può trarre giovamento… Attingere a lui, tanto al suo esempio apostolico quanto alla sua dottrina, sarà quindi uno stimolo, se non una garanzia, per il consolidamento dell’identità cristiana di ciascuno di noi e per il ringiovanimento dell’intera Chiesa.”
Al termine dei saluti nelle diverse lingue, Benedetto XVI ha lanciato un appello per lo Sri Lanka con queste parole: “Continua a destare preoccupazione la situazione nello Sri Lanka.
Le notizie dell'incrudelirsi del conflitto e del crescente numero di vittime innocenti mi inducono a rivolgere un pressante appello ai combattenti affinché rispettino il diritto umanitario e la libertà di movimento della popolazione, facciano il possibile per garantire l'assistenza ai feriti e la sicurezza dei civili e consentano il soddisfacimento delle loro urgenti necessità alimentari e mediche. La Vergine Santa di Madhu, molto venerata dai cattolici e anche dagli appartenenti ad altre religioni, affretti il giorno della pace e della riconciliazione in quel caro Paese.” (S.L.) (Agenzia Fides 5/2/2009; righe 58, parole 824)


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